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Berlusconi, lettera alle olgettine: “Vi voglio bene ma non posso più pagare”

La missiva che Silvio Berlusconi ha inviato nel dicembre 2013 a ciascuna della ragazze coinvolte nello scandalo delle feste a casa dell’allora Premier.
A cura di Antonio Palma
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"Cara, sarai venuto a conoscenza che da alcune settimane sono state depositate le motivazioni relative agli incredibili processi sulle cene in casa mia. Inutile dirti che non c'è nessun riguardo per te e per gli altri ospiti delle nostre cene e che continua su di noi l'ignobile denigrazione che tutti abbiamo assurdamente dovuto subire", è l'inizio della lettera che Silvio Berlusconi ha inviato il 29 dicembre 2013 a ciascuna della ragazze coinvolte nello scandalo delle feste a casa dell'allora Premier per informarle che non le avrebbe più pagate. La missiva, la cui esistenza era già stata resa nota senza che fosse rivelato il contenuto integrale, figura ora agli atti depositati dalla Procura di Milano al Tribunale del Riesame. La lettera, identica per tutte, è indirizzata ad una ventina di ragazze che risultano indagate nell’inchiesta "Ruby ter" che ipotizza i reati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza proprio a proposito dell'altra inchiesta sulle feste nelle ville di Berlusconi. Nella missiva l’ex premier ribadisce a ognuna delle ragazze il suo affetto avvertendole però che dal mese successivo, ovvero dal gennaio 2014, avrebbe sospeso lo stipendio mensile di 2.500 euro ciascuna. Il testo è stato redatto al computer, mentre il nome della destinataria, l’ultima frase («ti voglio bene») e la firma sono state scritti a mano da Berlusconi.

Mossa consigliata dai legali

La mossa, come spiega lo stesso Berlusconi, sarebbe stata una scelta dei legali. "L'aiuto che io, seguendo l’impulso della mia coscienza, ho continuato a dare a te e alle altre ospiti per lenire gli effetti della devastazione che questi processi hanno causato alla vostra immagine, alla vostra dignità, alla vostra vita, rischia di essere incredibilmente strumentalizzato ipotizzando addirittura dei possibili reati a carico non solo mio ma anche vostro" si legge infatti nella lettera, che prosegue: "A questo punto i miei legali pur comprendendo la generosità e l’altruismo della mia iniziativa, mi invitano con assoluta determinazione, a non continuare con il sostegno economico mensile, perché si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale. Per queste ragioni sono obbligato a sospendere da gennaio ogni mio contributo". "Sono sicuro che tu sei consapevole di quale attacco mi è stato inflitto da una magistratura militante, che fa un uso politico della giustizia per eliminare l’unico ostacolo che si è opposto e che si oppone alla definitiva presa del potere da parte della sinistra. Questa è l’Italia di oggi. Un’Italia senza giustizia, dove per avere giustizia devi rivolgerti alla Corte Europea di Strasburgo come sto facendo per correggere l’assurda e l’indegna sentenza del primo agosto (Mediaset Cassazione). Mi spiace, mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare. Ti voglio bene", conclude l’ex premier.

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