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Berlusconi, Lavitola e un debito di “riconoscenza” da 5 milioni di euro

Nel lunghissimo interrogatorio davanti ai magistrati che lo hanno arrestato per i fondi all’Avanti! e le presunte mazzette al governo di Panama, Lavitola ha provato a ricostruire i rapporti che lo legavano all’ex premier. Quest’ultimo avrebbe avuto una sorta di debito morale nei confronti del faccendiere.
A cura di Biagio Chiariello
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Berlusconi Lavitola e un debito di riconoscenzada 5 milioni di euro

Lo scorso 18 aprile Valter Lavitola è stato ascoltato dai magistrati che lo hanno arrestato per i finanziamenti al quotidiano l'Avanti! e le presunte tangenti ai governanti di Panama. Le sue parole hanno riempito un verbale di ben 130 pagine di dichiarazioni. Eh sì, perché nel difendersi -o almeno provarci- dalle accuse che lo hanno portato dritto al carcere di Poggioreale dopo il suo arrivo a Napoli, Lavitola è stato costretto a parlare dei suoi rapporti con Silvio Berlusconi, Gianpaolo Tarantini e Sergio De Gregorio, ma anche del recente caso Finmeccanica, dei fondi al suo giornale e dell'inchiesta sul presunto giro di escort su cui indaga la procura di Bari.

Il momento più alto dell'interrogatorio di Lavitola, arriva proprio quando gli inquirenti (il gip Dario Gallo ei pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock) gli fanno una domanda sul caso delle ragazze che l'imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe portato in 21 occasioni, tra il 2008 e il 2009, nelle residenze dell'ex premier. Per quale motivo ha chiesto 5 milioni di euro a Berlusconi "a titolo di prestito", come confermato dalla sorella, Maria Lavitola? «Perché Berlusconi aveva un debito di riconoscenza nei mie confronti» ha spiegato il faccendiere. Nessuna estorsione ai danni del Cavaliere (col quale è indagato a Bari per aver indotto Tarantini a mentire sulle già citate escort), nessun ricatto, ma solo riconoscenza:

 E’ dovuto a un atto di riconoscenza, per essere precisi, ad un debito di riconoscenza amplificato dal fatto che se lui… ha dato un milione e dispari a Tarantini che li usa per andare al ristorante e che io, altro che estorsione, a me Berlusconi, solo per fare da badante a quei due disgraziati… Numero uno fino a ieri io ho fatto sette mesi di latitanza per aver dato i soldi a Tarantini per conto suo….

Ma in realtà quei soldi Lavitola non li ha mai visti. «Purtroppo – spiega – non ci sono riuscito. Non sono riuscito né a contattarlo né a avere i soldi». All'ex direttore dell'Avanti! non è piaciuto il trattamento riservatogli dal Cavaliere «Mi sarei aspettato, in tutta onestà che Berlusconi si fosse fatto vivo e mi avesse detto “che cavolo vuoi?”». E' un Lavitola sedotto e abbandonato quello che emerge dai verbali di interrogatorio. In particolare, l'ex giornalista si aspettava l'intercessione di Berlusconi  per fare pubblicità al suo giornale a rischio chiusura: «Io speravo che una delle sue concessionarie di pubblicità o una qualsiasi altra concessionaria si potesse comprare un po' di spazi pubblicitari, era un tentativo possibile, oltretutto noi siamo stati con il giornale a fianco di Berlusconi dall'inizio».

Il faccendiere ribadisce di essere tornato dal Sud America con l'intenzione di collaborare con la giustizia, certo del suo coinvolgimento nel caso dei fondi all'editoria, ma di non aspettarsi di finire al centro di un'inchiesta di corruzione internazionale. Afferma di avere chiesto denaro ad un imprenditore per un appalto per aggiudicarsi la realizzazione di alcune prigioni a Panama. Si è parlato di un provvigione di 20 milioni, poi scesi a 11. Sembra che, in realtà, quei soldi servissero per corrompere il presidente di Panama, Ricardo Martinelli. Lavitola nega, ma non smentisce il suo stretto rapporto col capo dello stato panamense. Racconta, infatti, di aver fatto da traduttore tra Berlusconi e Martinelli in occasione della visita dell'ex premier nel Paese centroamericano. In quell'occasione, il faccendiere rivelò che entrambi sono amanti di una vita «gaudente».

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