Beppe Grillo: “Non mi candiderò alle elezioni, perché sono un delinquente”

«Non mi candiderò al Parlamento, sono pieno di carichi pendenti, sono un delinquente». E' tornato a ribadirlo Beppe Grillo, anche nel corso dell'intervista mandato in onda durante la puntata di ieri sera di Ballarò. Un concetto già espresso in passato quello del fondatore del Movimento 5 Stelle e che fa riferimento all'ormai nota condanna a 14 mesi di reclusione (con la condizionale) per omicidio colposo relativa all'incidente d'auto nel quale, il 7 dicembre 1981, persero la vita due amici del comico genovese, i coniugi Renzo Giberti e Rossana Guastapelle, e il loro bambino, Francesco di 8 anni. Uno dei punti fondamentali del decalogo dei grillini riguarda proprio l'incandidabilità di chi ha subito condanne in via definitiva. Anche se poi non è solo questo il problema.
Qualche giorno fa da un palco di Aosta ,dal quale era intervenuto per il referendum propositivo contro l'inceneritore, aveva affermato: «Ma mi ci vedete – scherza– a me a Roma con Cicchitto, o con Gasparri o con Fini che mi dice "ha facoltà di parlare" non potrei starci 10 minuti». Qualcuno però a Roma ci dovrà andare e il leader dei M5S spiega che saranno «persone scelte dalla Rete, gente onesta, educata, con un’etica». E proprio dalla Rete è stata scelta anche Cecilia Petrassi, candidata alle “primarie” per la Regione Lazio: attivista certificata e votata online, ma con un passato tra Forza Italia e Lega Nord. Non il massimo per i grillini, che ora le stano chiedendo di ritirarsi: per lei è pronta una mozione di sfiducia.
Sempre ieri Grillo ha lanciato la sua ultima provocazione. «Vorrei integrare la proposta del redditometro con il "politometro". Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall'atto della loro nomina, nell'arco degli ultimi vent'anni».