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Azzolina a Fanpage.it: “Proponiamo cinque anni di scuola media e stipendi più alti agli insegnanti”

Una carriera per gli insegnanti, aumenti di stipendio e una riforma dei cicli scolastici. Lucia Azzolina, ex ministra dell’Istruzione, spiega in un’intervista con Fanpage.it le proposte del suo partito per riformare la scuola.
A cura di Luca Pons
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Per riformare la scuola, bisogna ripensare molti elementi in modo radicale, a partire dalle possibilità di carriera: "Oggi nella scuola non c'è la possibilità di fare carriera, o sei docente o sei dirigente scolastico. Questo purtroppo allontana moltissimi giovani dalla voglia, e dalla possibilità, di fare gli insegnanti". Lo dice Lucia Azzolina, ex ministra dell'Istruzione, in un'intervista con Fanpage.it.

Azzolina ha lasciato il Movimento 5 stelle alcuni mesi fa e oggi è candidata con Impegno civico, la lista di Luigi Di Maio nella coalizione di centrosinistra. La proposta sulla scuola è "quella del middle management: far sì che delle figure che oggi esistono nella scuola, che sono i primi collaboratori dei dirigenti scolastici, che svolgono funzioni strumentali, siano riconosciute dal punto di vista giuridico ed economico".

In generale bisogna alzare gli stipendi degli insegnanti, afferma Azzolina: "I docenti italiani sono i meno pagati in Europa. Quando ero ministra avevamo messo due miliardi di euro per il pubblico impiego, ma gli insegnanti non hanno ancora visto un euro perché il contratto nazionale non è stato aggiornato".

Dal punto di vista degli studenti, invece, serve "una seria riforma dei cicli scolastici. Oggi un ragazzo a 13 anni deve scegliere la scuola secondaria di secondo grado, ma è presto. Lì c'è la dispersione scolastica, in quel passaggio". La proposta di Impegno civico è "allungare la scuola secondaria di primo grado con un unico biennio, uguale per tutti. Così che a 16 anni si scelga cosa fare per i tre anni successivi. Questo aiuterebbe a eliminare buona parte della dispersione scolastica".

Azzolina è stata la ministra dell'Istruzione nel periodo più duro della pandemia da Covid-19. Oggi, dice, "la scuola si deve preparare a quello che potrebbe succedere in autunno e inverno. Oggi siamo tutti un po' più liberi, il problema è capire se siamo pronti ad affrontare una nuova variante. Io non credo si sia fatto tutto quello che si poteva fare per affrontare una nuova emergenza".

Anche la Dad, che ha fatto molto discutere nei due anni di pandemia, va ripensata. "Non la si deve immaginare come uno strumento che sostituisca la didattica in presenza. Può essere utile per integrare, ad esempio per studenti malati. L'ideale, comunque, è che i ragazzi restino in classe, sappiamo che in classe c'è socialità e c'è tanto altro, ma "Mai più Dad", come c'è scritto nel programma del centrodestra, mi sembra più che altro uno slogan".

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