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Autostrade, la Corte dei Conti segnala oltre 400 contenziosi aperti tra Stato e concessionari

Anche la Corte dei Conti è intervenuta in materia di concessioni autostradali: “La conflittualità, dal 2012, si è inasprita, arrivandosi a 401 contenziosi pendenti”. Il report segnala “la rilevante litigiosità con le concessionarie avente a oggetto, soprattutto, l’adeguamento delle tariffe, le approvazioni dei progetti, i provvedimenti sanzionatori, l’attuazione dei lavori, le sub concessioni”.
A cura di Annalisa Girardi
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Anche la Corte dei Conti è intervenuta in tema di concessioni autostradali, l'argomento al centro dell'attenzione politica dopo il via libera del Consiglio dei ministri al decreto Milleproroghe. Un testo che di fatto avvicina un'eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia. La Corte ha sottolineato la necessità di effettuare maggiori controlli, così come verifiche sugli investimenti e sulle inefficienze riscontrate: ha poi sottolineato come molte clausole contrattuali vadano al netto vantaggio di privati e come gli investimenti siano nel tempo sempre più diminuiti. Infine l'organismo governativo ha anche puntato il dito contro le tempistiche delle procedure per l'affidamento di nuove concessioni, alla scadenza di quelle in vigore.

La Corte dei Conti ha quindi stilato un rapporto, intitolato ‘Concessioni autostradali‘, inviato poi al governo, alla Camera dei deputati e al Senato, ai ministeri delle Infrastrutture e Trasporti, dell’Economia, dello Sviluppo economico, oltre all’Anas, all’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom), all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), all’Associazione italiana delle società concessionarie per la costruzione e l’esercizio di autostrade e trafori stradali (Aiscat) e a tutte le amministrazioni interessate.

Il report della Corte dei Conti

Secondo quanto affermato dal report, servirebbero quindi maggiori controlli sulle infrastrutture così come sul capitale investito, in modo da poter sempre superare prontamente le inefficienze riscontrate: diverse sono infatti le autorità indipendenti che hanno riscontrato carenze nella gestione dei tratti autostradali. E molte di queste responsabilità sono imputabili alla privatizzazione avvenuta. Le tariffe non sono più regolate da un'autorità indipendente e non vengono spesso adeguate ai costi, il capitale non viene più remunerato secondo criteri di mercato, e gli investimenti non vengono verificati secondo le capacità manutentive.

"A partire dalla privatizzazione delle concessioni, e cioè per un ventennio, le convenzioni non sono state ostensibili e, di conseguenza, pubblicate sul sito ministeriale, pur essendo molte concessionarie quotate in borsa, ove la trasparenza e l’informazione al mercato sono richieste. Ciò ha prodotto, nel tempo, un'area grigia nei rapporti concessori, caratterizzati da incertezza giuridica ed economica, con sacrificio dell’interesse generale alla conoscenza a favore di quello privato delle concessionarie, pur venendo impegnate ingenti risorse tali da giustificare la necessità di un controllo diffuso", si legge nel report.

E ancora: "L'attività di controllo sulla complessa gestione è ostacolata, come riconosciuto dallo stesso ministero, dalla scarsità del personale dedicato, benché nelle concessioni il controllo e la vigilanza del concedente risultino immanenti al sistema, in quanto posti in essere anzitutto nell'interesse dello stesso concedente".

La relazione, pubblicata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, afferma inoltre la necessità di "individuare il punto di equilibrio tra remunerazione del capitale e tutela degli interessi pubblici e dei consumatori, in un contesto di effettiva attuazione dei principi della concorrenza e dell’efficienza gestionale". Viene quindi sottolineata l'esigenza di introdurre un sistema tariffario che renda redditizio il capitale investito e di accelerare i tempi per la messa a gara delle convenzioni scadute: "Vanno accelerate le procedure per l’affidamento delle nuove concessioni, da svolgersi prima della scadenza delle vecchie convenzioni per la tutela dell’interesse generale e per scongiurare la stasi degli investimenti. Ciò anche al fine di evitare ulteriori proroghe alle convenzioni vigenti. Infatti, effetti del tutto simili alla proroga formale sono dati dalla proroga di fatto a seguito di mancato tempestivo riaffidamento della concessione", si legge nel report. E ancora: "Le procedure per l’affidamento delle nuove concessioni risultano lunghe, venendo, per di più, intraprese dopo la scadenza delle vecchie convenzioni».

Oltre 400 contenziosi aperti tra Stato e concessionari

Mentre il rapporto tra Stato e concessionari dovrebbe, in teoria, essere basato su una "leale collaborazione", in realtà questo si trova al momento "inasprito da conflittualità". E non poche: negli ultimi sette anni sono infatti stati aperti più di 400 contenziosi tra lo Stato e le società a cui vengono affidati dei tratti autostradali. "La conflittualità, dal 2012, si è inasprita, arrivandosi a 401 contenziosi pendenti", spiega il dossier, che segnala "la rilevante litigiosità con le concessionarie avente a oggetto, soprattutto, l'adeguamento delle tariffe, le approvazioni dei progetti, i provvedimenti sanzionatori, l'attuazione dei lavori, le sub concessioni".

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