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Autostrade, entro 10 giorni il governo deciderà se revocare le concessioni

Questo l’ultimatum che si è dato l’esecutivo per indire un Consiglio dei ministri e prendere una decisione sul dossier Autostrade. Entro 10 giorni si deciderà e le opzioni sono due: o scatterà la revoca delle concessioni oppure si dovranno mettere nuove condizioni sul tavolo. Intanto Aspi continua a sottolineare come un’eventuale revoca delle concessioni “provocherebbe un default sistemico gravissimo” e “verrebbero così messi a serio rischio 7 mila posti di lavoro”.
A cura di Annalisa Girardi
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Entro dieci giorni il governo vuole stabilire il da farsi sulla questione Autostrade. Questo l'ultimatum che si è dato l'esecutivo per indire un Consiglio dei ministri e prendere una decisione sul dossier Aspi. Si aprono due scenari possibili: nel caso in cui non si riuscisse a raggiungere un accordo con il gruppo allora il governo potrebbe far scattare la revoca, altrimenti si valuteranno le nuove condizioni sul tavolo. Almeno così avrebbero definito al termine di un incontro il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, e la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli. Intanto Aspi continua a sottolineare come un'eventuale revoca delle concessioni "provocherebbe un default sistemico gravissimo, esteso a tutto il mercato europeo, per oltre 16,5 miliardi di euro, oltre al blocco degli investimenti". Non solo, secondo la società "verrebbero così messi a serio rischio 7 mila posti di lavoro".

Le stesse di Autostrade affermano: "Bisogna assolutamente evitare questo scenario nefasto, vista la totale accettazione di tutte le clausole volute dall'esecutivo", sottolineando l'impegno "affinché possa essere trovata una soluzione equa, ragionevole, di mercato". Ancora, si sottolinea come nell'ambito delle negoziazioni avviate durante la scorsa estate fosse stata "integralmente accettata da Autostrade per l'Italia e da Atlantia ogni richiesta pervenuta dal governo". A luglio il governo aveva annunciato il raggiungimento di un'intesa che prevedeva la graduale fuoriuscita dei Benetton dalla società, con il successivo subentro della Cassa depositi e prestiti. Entrando a fare parte del capitale, Cdp prenderebbe il posto della holding del gruppo, cioè Atlantia, la società controllata dai Benetton che gestisce Autostrade, e che di fatto passerebbe a una direzione pubblico. "È stato anche accettato di cedere il controllo di Aspi. Il Governo ha dunque ottenuto tutto quanto richiesto", hanno sottolineato le fonti. Ad irritarsi tuttavia non è stato solo il Governo", ribadiscono ancora le fonti di Aspi.

Il governo sostiene però che l'adesione alle condizioni imposte non sarebbe così totale come sosterebbe Autostrade. Anche il Comitato dei parenti per le vittime del Ponte Morandi è intervenuto sulla vicenda con un comunicato stampa: "Leggiamo stamattina le determinazioni da parte di Atlantia che non aderisce completamente alle richieste del governo ed alle manleve legali per CDP, dal nostro punto di vista questo è molto grave, questa società dovrebbe mettersi in ginocchio e cospargersi il capo di cenere, siamo scandalizzati da tanta arroganza, siamo anche molto amareggiati che tanti italiani non comprendano la portata di questo gesto che ha il significato di schiacciare con un piede tutte le nostre teste di cittadini, è una vergogna!", si legge.

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