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Assegno unico, arriverà per i figli a carico fino a 21 anni: maggiorato anche del 50% per disabili

“Stiamo lavorando, affinché l’assegno unico universale per i figli fino a 21 anni arrivi dal prossimo anno”, ha detto la ministra Elena Bonetti. “Ogni mese le famiglie riceveranno una somma per ciascun figlio, dalla nascita fino ai 21 anni, con una maggiorazione dal terzo figlio”, ha poi spiegato. Inoltre, l’importo sarà maggiorato anche in presenza di figli disabili.
A cura di Annalisa Girardi
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"Stiamo lavorando, affinché l'assegno unico universale per i figli fino a 21 anni arrivi dal prossimo anno", ha detto la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti. Ricordando che ieri, a Montecitorio, si è svolta la discussione generale su quella che dovrà essere la prima misura del Family Act. "Abbiamo proceduto con grande celerità, utilizzando il canale parlamentare già avviato e ho apprezzato anche il contributo durante il dibattito in Parlamento da parte di tutte le forze, di maggioranza e di opposizione", ha aggiunto. In merito all'assegno, la ministra ha spiegato che non è ancora stata fissata una cifra. Fin da subito è però chiaro che "ogni mese le famiglie riceveranno una somma per ciascun figlio, dalla nascita fino ai 21 anni, con una maggiorazione dal terzo figlio". Non solo: anche le famiglie in cui sono presenti figli disabili avranno diritto a una maggiorazione che va dal 30% al 50%, ed è estesa a tutto l'arco della vita. L'assegno unico dovrà anche avere un carattere di universalità. Chiaramente nessuno deve prendere meno di quanto non stia già prendendo. "Stiamo facendo i conteggi, anche sulla base della nuova riforma fiscale che faremo; si era fatta un'ipotesi fra 200 e 250 euro, in una prima simulazione. Importante è che le famiglie potranno contare su questa cifra, tutti i mesi, erogata con semplicità".

La proposta di legge 687 sull'assegno universale

La proposta di legge avanzata da Graziano Delrio (Pd) nel giugno 2018, al momento all'esame in Commissione Affari sociali, rappresenta la linea guida in materia nel progetto più ampio del Family Act. Il disegno, così come era stato avanzato due anni fa si proponeva di riordinare e potenziare le misure di sostegno economico per i figli a carico, favorendo la fruizione di servizi a sostegno della genitorialità. In questo senso, lo scopo era quello di superare alcune difficoltà della materia normativa in vigore, specialmente per quanto riguardava le disparità di trattamento (al quale si rispondeva con l'universalità dei benefici) e l'esiguità delle risorse riconosciute, specialmente se confrontate con quelle messe in campo dall'Unione europea. Un quadro che non favoriva certo la natalità: nella proposta di legge, infatti, si sottolineava come il declino demografico si stesse continuamente intensificando facendo risultare il tasso di natalità italiano tra i più bassi d'Europa. Inoltre, nel testo si citano delle rilevazioni dell'Istat, per cui l'incidenza della povertà aumenta all'aumentare dei figli. Complice anche la crisi economica, il trend è peggiorato nell'ultimo decennio. Ragion per cui oggi più che mai sono necessarie delle risorse da destinare alle famiglie con figli a carico.

La presente proposta di legge è volta a superare la situazione descritta mediante la previsione dell’assegno unico per i figli a carico e della dote unica per i servizi a favore dei figli a carico. Si tratta di un ripensamento complessivo delle varie misure previste a legislazione vigente, volto a concentrare le risorse in un unico istituto onnicomprensivo, investendo nuove e rilevanti risorse pubbliche in questo comparto della fiscalità e del welfare per sostenere le famiglie e l’occupazione, a partire da quella femminile.

A quanto ammonterà l'assegno

Il testo riformulato dalla Commissione affari sociali prevede che l'ammontare dell'assegno sia modulato in base alla condizione economica del nucleo familiare: in altre parole, l'importo sarà collegato all'Isee, tenendo anche conto dell'età dei figli a carico. I principi guida saranno quindi quelli dell'universalità e della progressività. Si prevede un importo maggiorato a partire dal terzo figlio. L'assegno non sarà solo riconosciuto in presenza di figli minorenni, ma anche per i maggiorenni fino al 21esimo anno di età. In questo caso, però, l'importo sarà ridotto. Come detto dalla ministra Bonetti, in presenza di figli disabili il corrispondente assegno mensile sarà maggiorato: se a carico, inoltre, questo sarà dovuto per il figlio con disabilità anche oltre i 21 anni.

Stefano Lepri, deputato del Partito democratico e relatore della proposta di legge, ha commentato: "Sarà una rivoluzione: sarà unico, sarà semplice, sarà continuo, sarà robusto e quindi con una dote maggiore della somma delle misure attuali. Dunque una grande sfida, che contiamo di poter affrontare già nelle prossime settimane con il voto entro luglio sia alla Camera che in Senato". Lepri ha poi aggiunto: "Il clima è positivo. Anche le forze di opposizione, oltre che a quelle di maggioranza, sono molto attente alla questione della natalità e della genitorialità, quindi contiamo di poter fare un lavoro positivo insieme".

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