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Appalti truccati, la Procura di Palermo chiede gli arresti per Salvatore Cuffaro e Saverio Romano

La Procura di Palermo, a seguito di indagini su presunti appalti truccati nella sanità siciliana, ha chiesto gli arresti domiciliari per diciotto indagati: tra di loro l’ex presidente della Sicilia Totò Cuffaro e il parlamentare di Noi moderati Francesco Saverio Romano. Il giudice, prima di decidere, li interrogherà. Le accuse a vario titolo sono associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
A cura di Luca Pons
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La Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per diciotto persone a seguito di indagini su presunti appalti truccati nella sanità siciliana. Tra i nomi degli indagati appare quello di Salvatore ‘Totò' Cuffaro, ex presidente della Regione siciliana e oggi presidente della Nuova Dc. Chiesti gli arresti anche per Francesco Saverio Romano, parlamentare di Noi moderati, ex esponente di Forza Italia e già ministro nel quarto governo Berlusconi, che si è detto "assolutamente tranquillo e a disposizione". Cuffaro ha affermato di essere "sereno".

I diciotto indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione, secondo quanto emerso da fonti di stampa. I carabinieri avrebbero notificato a tutti l'invito a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari.

La procedura, infatti, prevede che prima avvenga un interrogatorio con il gip, e solo dopo il giudice decida se accogliere la richiesta di domiciliari. Per Romano, in quanto parlamentare, bisognerà decidere se richiedere l'autorizzazione a procedere al Parlamento.

Perché Cuffaro e Saverio Romano sono indagati e rischiano i domiciliari

Per il momento, i dettagli dell'indagine non sono noti. Gli inquirenti hanno approfondito una serie di appalti nella sanità siciliana dove sarebbero avvenuti episodi di corruzione che avrebbero coinvolto imprese private ed esponenti delle istituzioni.

Tra gli altri indagati ci sarebbero lo storico segretario e uomo di fiducia di Cuffaro Vito Raso, il deputato regionale della Dc Carmelo Pace e l'ex manager del presidio ospedaliero Villa Sofia Roberto Colletti. Cuffaro fu condannato nel 2011 per favoreggiamento a persone appartenenti a Cosa nostra e prosciolto l'anno dopo, per insufficienza di prove, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa

Non si sa ancora quando avverrà l'interrogatorio di Cuffaro, mentre quello di Romano è fissato il 14 novembre. Dopo, il gip dovrà decidere come muoversi. Per approvare la richiesta di custodia cautelare il giudice deve stabilire che ci sono gravi indizi di colpevolezza, pericolo di ‘inquinamento' delle prove, pericolo di fuga oppure pericolo di reiterazione del reato. Come detto, in ogni caso per Saverio Romano bisognerà passare dalla Camera per un'eventuale autorizzazione a procedere, dato che si tratterebbe di limitare la libertà personale di un parlamentare.

Sono scattate anche delle perquisizioni, nelle case e negli uffici di Cuffaro e di Saverio Romano. Il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia ha fatto sapere che si tratta di una mossa necessaria per evitare che le prove venissero disperse, dopo la notifica dell'interrogatorio preventivo.

Cuffaro: "Non conosco le vicende né le persone", Romano: "Sono tranquillo ma il danno è fatto"

"Stamani mi hanno notificato un avviso di garanzia e hanno effettuato perquisizioni nella mia abitazione e in ufficio. Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone", ha dichiarato Cuffaro. "Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti e pronto a chiarire la mia posizione".

Il parlamentare di Noi moderati ha affermato in una nota di non essere a conoscenza della richiesta di arresti domiciliari nei suoi confronti, se non tramite i giornali: "Apprendo dalla stampa di una richiesta della Procura di Palermo che mi riguarderebbe: non ne so nulla e non ho ricevuto alcuna comunicazione", ha infatti detto. "In ogni caso sono assolutamente tranquillo e a disposizione, pronto a chiarire eventuali dubbi dei magistrati, dei quali ho la massima stima e considerazione".

Sui social, però, Saverio Romano è stato meno diplomatico: "Non so a cosa porterà questa inchiesta. Ma ormai il danno è fatto, perché non ho ancora ricevuto assolutamente nessun avviso. Anzi, sono venuto in caserma, a San Lorenzo in Lucina, per chiedere la notifica di atti", ha affermato in un video. "Mi sembra una cosa abnorme, sono lontano da queste pratiche. Non so assolutamente come avrei potuto inserirmi in un meccanismo di turbativa o appalti truccati. Adesso chiarirò al gip, visto che dovrò essere ascoltato. Ma potete immaginare, anche se il gip dovesse dire che Romano non c'entra nulla con queste vicende, quello che sta accadendo in questo momento".

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