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Angelo Ciocca (Lega) brandisce una busta d’insalata al Parlamento Ue: “Europa non è credibile”

Lo show dell’eurodeputato leghista Ciocca, che sventola una busta d’insalata al Parlamento Ue: “Forse, invece di preoccuparsi della lunghezza delle zucchine, della farina di insetti o delle buste dell’insalata”, l’Europa “dovrebbe preoccuparsi del fatto che servirebbe una seconda convenzione, magari a Milano, a Torino o a Genova, città sicuramene più rispettose di Istanbul”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nuovo show dell'europarlamentare leghista Angelo Ciocca al Parlamento europeo. L'eurodeputato del Carroccio, lo stesso che nel 2018 per protesta si era tolto una scarpa e l'aveva utilizzata per imbrattare i fogli del discorso dell'allora commissario Ue per gli Affari economici, Pierre Moscovici, in segno di protesta contro la bocciatura della manovra italiana da parte dell'Ue, oggi torna a far discutere per un gesto plateale e provocatorio.

L'eurodeputato si è presentato oggi in aula a Strasburgo brandendo una busta di insalata per protestare contro l'inefficacia dell'Ue. "Forse, invece di preoccuparsi della lunghezza delle zucchine, della farina di insetti o delle buste dell'insalata", l'Ue "dovrebbe preoccuparsi del fatto che servirebbe una seconda convenzione, magari a Milano, a Torino o a Genova, città sicuramene più rispettose di Istanbul", ha detto mostrando la busta di insalata ai colleghi nell'emiciclo, nel suo intervento a margine della discussione in plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo sulla ratifica della Convenzione contro la violenza sulle donne.

Ciocca ha voluto fare un critica alla proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione europea, che potrebbe essere approvata entro fine anno, che punta a cancellare le confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, giudicate dannose per l'ambiente Dai supermercati potrebbero sparire dunque insalata in busta, cestini di fragole, confezioni di pomodorini e arance in rete.

"Ben venga qualsiasi dibattito al fine di tenere alta l'attenzione e proteggere le donne dal dramma delle violenze fisiche, sessuali e psicologiche, ma bisogna essere rapidi – ha sottolineato Ciocca -. Un'Unione europea che impiega dodici anni per ratificare la Convenzione di Istanbul non è credibile, così come non lo è il fatto che quella stessa convenzione che dovrebbe proteggere milioni di donne porta il nome di città di un Paese, quello turco, che non rispetta di certo le donne e che qualcuno vorrebbe ancora all'interno dell'Unione europea".

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