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Anche Beppe Grillo si rassegna al TAV: “Decida il Parlamento, è la democrazia”

Beppe Grillo perfettamente allineato alla linea Di Maio sul TAV: malgrado la contrarietà all’opera nessuno strappo e niente polemica con Conte. “Credere che basti essere al governo, in tandem, per bloccare un processo demenziale come questo significa avere dimenticato che non siamo una repubblica presidenziale oppure una dittatura”, scrive sul suo blog.
A cura di Redazione
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Alla fine anche Beppe Grillo sembra rassegnarsi alla svolta di Conte sul TAV. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, infatti, pur continuando a dichiararsi contrario alla realizzazione della Torino – Lione, utilizza toni insolitamente pacati per commentare la decisione del Presidente del Consiglio di dare il via libera all’opera. E assolve sia Di Maio che Toninelli: “Credere che basti essere al governo, in tandem, per bloccare un processo demenziale come questo significa avere dimenticato che non siamo una repubblica presidenziale oppure una dittatura”. La conclusione del pezzo pubblicato sul suo blog è una presa d'atto della situazione: "Sono molto scontento della situazione che si è venuta a creare: saremo in Francia in un minuto e ci metteremo tre mesi a trovare una differenza, però, forse, avremo tolto di mano l’ennesimo pretesto ai fantocci dell’economia finanziaria. Decida il parlamento, è la democrazia bellezze (teniamocela stretta)".

Nello specifico, la valutazione di Grillo resta fortemente negativa, ma il ragionamento complessivo viene ora integrato da riflessioni di ordine più generale e da una certa dose di rassegnazione:

La stessa TAV è un fantoccio dell’idea di futuro, ma non deve diventarlo la democrazia.

Il mondo sta passando di mano, stiamo diventando una proprietà delle multinazionali finanziarie. C’è l’ex presidente del fondo monetario internazionale a dirigere la banca che si è impossessata dell’Europa. Questo non significa che noi abbiamo smesso di essere una democrazia parlamentare.

Tony Nelly è riuscito a fare miracoli per rendere meno disastroso l’impatto della piramide del terzo millennio ed il presidente Conte a tenere testa al Micron. Questo cambia il rapporto fra i costi (un dilagare di reazionarietà e negazionismo dei diritti dell’uomo… quello che deve lavorare per vivere) e benefici (il PIL sale anche costruendo piramidi)

Allora costruiamo la Piramide se lo decide il parlamento, il maledettissimo PIL salirà un pò, e non dovremo buttarci dentro architetti ed ingegneri dopo che avranno finito i lavori. Perché il senso di questa opera inutile lo abbiamo sotto gli occhi tutti quanti: evitare che il paese smotti ancora di più verso la paura.

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