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Alcuni migranti hanno sfondato la recinzione tra Polonia e Bielorussia, arrestate 50 persone

È quanto riferisce l’agenzia polacca Pap, riportata da diversi media tedeschi. Sarebbero due i gruppi di migranti ad aver sfondato la recinzione, oltrepassando la frontiera: il governo polacco ha fatto sapere di aver arrestato circa cinquanta persone al confine con la Bielorussia. L’Unione europea continua ad accusare Minsk di “strumentalizzare” i migranti per attaccare Bruxelles. Intanto la situazione al confine continua ad essere critica, con circa 4 mila migranti accampati tra i boschi, senza assistenza umanitaria.
A cura di Annalisa Girardi
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Alcuni migranti sarebbero riusciti a sfondare la recinzioni di filo spinato che separa la Polonia dalla Bierlorussia e oltrepassare il confine. È quanto riferisce l'agenzia polacca Pap, riportata da diversi media tedeschi. Sarebbero due i gruppi di migranti ad aver passato la frontiera, all'altezza dei villaggi di Krynki e Bialowieza. Il governo polacco ha fatto sapere di aver arrestato circa cinquanta persone al confine con la Bielorussia. Il ministro della Difesa, Mariusz Baszczak, aveva già fatto sapere che nella notte c'erano stati alcuni tentativi di rompere le barriere al confine: "Non è stata una notte tranquilla. Ci sono stati molti tentativi di rompere la linea, ma tutti coloro che l'hanno attraversata sono stati arrestati", aveva detto. Facendo poi sapere che al momento ci sono 15 mila militari schierati al confine.

Intanto continuano ad esserci migliaia di migranti al confine tra Bielorussia e Polonia (secondo la stima del governo polacco sono almeno 4mila persone): sono accampati nei boschi senza alcuna assistenza umanitaria. Varsavia ha fatto sapere che i tentativi di oltrepassare il confine potrebbero sfociare in violenze armate.

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La commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha detto che quanto sta accadendo al confine tra Polonia e Bielorussia "non ha precedenti" e che "è una situazione inaudita". E ancora: "Non è una crisi migratoria, è una vera e propria aggressione di un regime illegittimo e disperato che sappiamo capace di compiere atti atroci". Anche la Germania è intervenuta su quanto sta accadendo alla frontiera, accusando Minsk di usare i profughi come "arma" contro l'Unione europea. Il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer ha detto in un'intervista al Bild che i Paesi non possono gestire da soli la situazione, per poi aggiungere: "Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere la sua frontiera esterna. Questo sarebbe compito della Commissione europea, faccio appello perché agisca. La invito ad agire". La Francia, da parte sua, ha accusato Alexander Lukashenko: "Il regime alimenta un traffico di migranti teso a destabilizzare l'Unione Europea".

Il premier polacco Mateusz Morawiecki, intervenendo in Parlamento, invece ha puntato direttamente il dito contro la Russia: se Lukashenko è l'esecutore, ha detto, la regia della crisi è in mano direttamente dal presidente russo Vladimir Putin, ha detto.

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In risposta il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto che la crisi dei migranti è stata provocata dalle intromissioni dell'Occidente in Medio Oriente e si dovrebbe risolvere sulla base della normativa internazionale. "Credo che questi problemi dovrebbero essere risolti nel pieno rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario e, naturalmente, non dovremmo dimenticare la radice del problema. La radice è la politica condotta da anni dai Paesi occidentali, inclusa la Nato e gli Stati membri dell'Ue, nei confronti del Medio Oriente e del Nord Africa, spingendo perché lì ci fosse una vita e una democrazia migliore, in stile occidentale", ha detto in conferenza stampa.

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