998 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Aborto, 1 italiano su 3 chiede più diritti per le donne e l’applicazione della legge 194

Un sondaggio, condotto da Swg per conto dell’Associazione Luca Coscioni, fotografa la posizione degli italiani sulla legge sull’aborto. Il 31% ritiene che vada modificata, per garantire che venga applicata in tutti i casi. Il 68% dei ginecologi è obiettore di coscienza: il diritto all’Interruzione volontaria di gravidanza è fortemente minato.
A cura di Annalisa Cangemi
998 CONDIVISIONI
Immagine

In occasione del 41esimo anniversario della legge 194 sull'aborto l'Associazione Luca Coscioni ha commissionato a SWG un sondaggio, per conoscere la posizione degli italiani sull'Interruzione volontaria di gravidanza. La ricerca dimostra che il 31% della popolazione – in forte aumento rispetto al 19% del 2016 – ritiene che la legge vada cambiata, per raggiungere una più larga applicabilità; il 50% degli intervistati chiede, inoltre, di migliorare l'Ivg farmacologica con RU486, consentendo il regime ambulatoriale o a casa come avviene nel resto del mondo, mentre il 27% reclama la gratuità della contraccezione: si tratta di dati in controtendenza rispetto all'inerzia politica sul tema. L'Associazione Luca Coscioni ha lanciato un video-appello alle istituzioni, con protagoniste donne simbolicamente mascherate.

"Vogliamo richiamare l'attenzione sul costante attacco alla Legge 194 da una parte di Paese impegnato in continui tentativi nel disapplicare la norma, rendendo i percorsi di accesso all'Interruzione Volontaria di Gravidanza molto difficili – dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini, Segretario e vice Segretario di Associazione Luca Coscioni – A questi si aggiunge un vuoto totale di politiche concrete per l'informazione e la contraccezione. Lottiamo contro lo stigma che da sempre accompagna l'aborto in Italia, costringendo le donne che ricorrono all'IVG ad ‘indossare una maschera'. Se negli Usa emanano leggi che vietano l'aborto addirittura nei casi di stupro e incesto, anche in Italia purtroppo non si scherza: alla "Marcia per la vita" svoltasi a Roma lo scorso sabato e oramai ripetuta annualmente, il clima di odio contro le donne e le loro scelte in materia di interruzione di gravidanza era palpabile". Su questi presupposti si basa la proposta di legge regionale "Aborto al sicuro", lanciata per la prima volta in Lombardia (dove son state raccolte più di 8000 firme sulle 5000 necessarie), ma a breve sarà riproposta anche in Lazio, Liguria e Marche, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Grazie alla proposta di legge sarà garantito un accesso più rapido alle informazioni, che saranno reperibile anche online, un accesso alle strutture ospedaliere in tempi brevi per i casi più urgenti, assistenza alle donne che non riescono a reperire i farmaci contraccettivi di emergenza, l'eliminazione dell'obbligo di ricovero per l'Ivg farmacologica. Attualmente i dati indicano che il 68% dei ginecologi è obiettore di coscienza. In alcune regioni per le donne diventa quasi impossibile abortire: in Molise per esempio c'è un solo medico a disposizione.

998 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views