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1 maggio, Governo promette sicurezza sul lavoro, ma estende alternanza scuola-lavoro ai 15enni

Il governo Meloni assicura di voler tutelare la sicurezza dei lavoratori, ma dal decreto Pnrr-Scuola all’esame del Senato arriva la norma che anticipa per gli studenti di appena quindi anni la possibilità di effettuare l’alternanza scuola-lavoro. Furiose le opposizioni che chiedono di ritirare la norma ritenuta pericolosa per la sicurezza dei ragazzi.
A cura di Giulia Casula
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Mentre ci si prepara a celebrare la Festa dei Lavoratori, è polemica per la norma che anticipa l'alternanza scuola lavoro per gli studenti appena quindicenni. A prevederlo è il decreto Pnrr-Scuola ora all'esame della Commissione Cultura del Senato, che rivede tra le altre cose, i cosiddetti Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento (PCTO), ovvero l'ex alternanza scuola-lavoro.

La legge attuale prevede l'alternanza scuola lavoro solo nell'ultimo biennio degli istituti tecnici, cioè quando gli studenti hanno tutti dai 16 anni in su. La nuova misura, contenuta in uno degli allegati al decreto, dispone che "nel primo biennio, oltre alle attività orientative collegate al mondo del lavoro e delle professioni, è possibile realizzare, a partire dalla seconda classe, i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento".

La notizia arriva alla vigilia del Primo Maggio e dopo l'annuncio di Meloni sulle azioni intraprese dal governo per tutelare la sicurezza dei lavoratori. Contrariamente alle aspettative che parlavano di un provvedimento finanziato con una dote fino a 1 miliardo di euro, nessun decreto è stato varato e l'esecutivo si è limitato a "recuperare insieme all'Inail 650 milioni".

L'anticipo dell'alternanza scuola lavoro agli studenti più piccoli, ancora in età di obbligo formativo, fa infuriare le opposizioni. "Significa, in concreto, spedire adolescenti sui luoghi di lavoro – anche potenzialmente nei cantieri o in ambienti ad alto rischio – quando dovrebbero essere protetti, formati, tutelati. Significa mettere la logica dell'impresa prima di quella dell'istruzione, della sicurezza, dei diritti", ha commentato la senatrice del Movimento 5 Stelle, Barbara Floridia. "Non dimentichiamo le tragedie che hanno colpito proprio studenti in alternanza: nomi come Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli non possono essere dimenticati. Erano poco più grandi di chi oggi il governo vuole mandare al lavoro mascherandolo da "percorso formativo". Se a questo aggiungiamo il taglio delle cattedre e la decurtazione delle ore dedicate alle discipline tradizionali, preziosissime per la formazione della persona e che riguardano proprio gli insegnamenti utili a comprendere e riconoscere i propri diritti, diventa chiaro l'obiettivo di piegare l'istruzione a logiche totalmente sbilanciate sul lavoro e sulla produzione. E questo rende il quadro ancor più inquietante".

I Pcto "devono essere oggetto di controlli rigorosissimi e riservati a studenti prossimi al diploma e mai collocati nella scuola dell'obbligo, perché a 15 anni si ha diritto a imparare, non a rischiare la vita per "fare esperienza"", ha proseguito Floridia che ha promesso battaglia.  "A Meloni e Valditara chiediamo di ritirare questa norma subito. Domani è Primo Maggio. Provino a onorare davvero la scuola e il lavoro, partendo dalla dignità e dalla sicurezza dei nostri ragazzi".

Anche Andrea Orlando, esponente del Pd e già ministro del Lavoro, ha criticato la norma. "Ci sono due aspetti da sottolineare: il primo, riguarda l'irrisolto precedente perché già oggi, con ragazzi più grandi, il tema del duale dovrebbe essere accompagnato con percorsi sicuri. E invece questo non è stato fatto. E poi, c'è un problema più politico", ha osservato. Al ministro della Scuola, "va dato atto che ha una chiara impostazione classista. Anticipare il momento della scelta alla fase nella quale un ragazzino è molto giovane significa schiacciarlo nella sua dimensione di provenienza, alla sua origine sociale. Del resto la discussione sulla riforma della scuola verteva proprio su questo: posticipare la scelta per evitare automatismi sociali. Cioè che il figlio dell'operaio facesse per forza l'operaio", ha sottolineato.

Con questa norma, invece, "il giovane che frequenta gli istituti tecnici e che verrà mandato a lavorare in azienda o in fabbrica già a 15 anni sarà costretto a scegliere subito il suo futuro professionale, mentre il figlio del medico, ad esempio, che potrà posticipare il momento della sua scelta, potrà decidere autonomamente cosa fare", ha proseguito Orlando. "È chiaramente una visione classista quella che si intende realizzare con questa norma".

Sempre dal Pd, la senatrice capogruppo in Commissione cultura e scuola, Cecilia D'Elia, ha ribadito la contrarietà "all'impostazione del decreto Pnrr-scuola perché intende attuare una professionalizzazione precoce delle ragazze e dei ragazzi, anticipando l'alternanza scuola-lavoro e riducendo il tempo scuola. Per questo, raccogliendo le preoccupazioni dei sindacati e delle associazioni della scuola ascoltati in audizione, abbiamo presentato emendamenti finalizzati a cancellare queste norme", ha detto. "Tra l'altro in un mondo del lavoro che cambia molto velocemente, la professionalizzazione precoce é miope anche per le aziende. Mai come ora bisogna puntare sul capitale umano e quindi sulla cultura e sulla scuola", ha aggiunto.

Il senatore di Alleanza Verdi-Sinistra, Tino Magni ha sottolineato che "a 15 anni, ancora in età da obbligo formativo, si deve stare a Scuola e non in fabbrica o nelle aziende. Un ritorno indietro a quando la Scuola era di classe e c'era chi poteva studiare, mentre gli altri erano braccia per lavorare. Spedire adolescenti sui luoghi di lavoro è pericoloso e le morti di studenti avvenute negli anni precedenti non hanno insegnato niente. Il governo Meloni piega la Scuola italiana alle richieste del mondo produttivo a scapito delle attività didattiche", ha spiegato, accodandosi all'iniziativa degli altri partiti d'opposizione affinché questa la norma non passi. Meloni e Valditara ritirino questa vera e propria aziendalizzazione dei Pcto", ha concluso.

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