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Piscicelli ora non ride più. Il suo elicottero in fiamme

Gli inquirenti sono a lavoro per capire se quell’incendio è doloso o meno. Lo scorso dicembre, l’imprenditore che rise del terremoto de L’Aquila finì al centro delle polemiche per un atterraggio piuttosto azzardato su una spiaggia toscana, proprio con lo stesso velivolo.
A cura di Biagio Chiariello
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Piscicelli ora non ride più. Il suo elicottero in fiamme

Ieri sera l'elicottero di Francesco Maria Piscicelli ha preso fuoco a Porto Santo Stefano; lì, l’imprenditore romano 49enne coinvolto nell'inchiesta sugli appalti del G8, ha casa. «Le fiamme – riporta l’Ansa – non hanno distrutto il velivolo e non ci sono stati feriti. Quanto all’origine dell’incendio, che potrebbe essere partito dalla cabina, gli investigatori spiegano che al momento non c’è nulla che faccia pensare a qualcosa di diverso da un incidente. Gli accertamenti sono comunque in corso». Il fatto è che Piscicelli ha ricevuto diverse minacce in passato. «Secondo me è doloso». Queste, secondo Il Tirreno, sono state le prime parole che ha pronunciato quando ha visto i carabinieri arrivare. Durante l'ultimo periodo di Natale, l'imprenditore ha ricevuto la visita di tre persone armate di pistola nella sua villa sull'Argentario. Ha quindi raccontato tutto ai carabinieri, che hanno messo a verbale anche una sua precedente aggressione subita a Roma. Piscicelli che da alcuni mesi aveva iniziato a collaborare con la magistratura, sempre in merito a quella inchiesta che gli è costata l'arresto per associazione a delinquere e corruzione.
Di quelle vacanze natalizie, non ha certo un bel ricordo. Lo scorso 26 dicembre col suo elicottero atterrò sulla spiaggia toscana della Feniglia, per concedersi un pranzo con la sua mamma direttamente sull'arenile davanti a centinaia di persone sbalordite, che però avvertirono i carabinieri. Lo stesso velivolo avvolto ieri dalle fiamme.
Ma il nome di Piscicelli, suo malgrado, resta legato a quella telefonata del 6 aprile 2009, il giorno del terremoto in Abruzzo. « Alle tre e mezza di stanotte ridevo nel letto… Là c’è da ricostruire dieci anni» diceva, sghignazzando, a suo cognato, pregustando chissà quali guadagni sull'Aquila distrutta.

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