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Pippo Civati risponde a ‘Non siamo pesci’: “Ci vuole commissione d’inchiesta anche per la Libia”

Civati, fondatore di Possibile, ha rivolto un appello ai promotori del manifesto ‘Non siamo pesci’, lanciato da Luigi Manconi: “L’indagine sulle continue violazioni dei diritti umani non deve fermarsi a quanto accade in mare. C’è un’altra strage, ancora meno visibile, ed è quella che avviene nei campi controllati dalla Libia.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La mobilitazione che parte dall'iniziativa ‘Non siamo pesci' è preziosa e importante, perché vuole portare in Parlamento la vergogna delle stragi nel Mediterraneo. Ma lancio un appello per un passo ulteriore, sempre per il rispetto dei diritti umani: spingiamoci in Libia. Bisogna chiedere una commissione anche per fare piena luce su quello che è accaduto, e tuttora accade, nei campi di detenzione libici". A dirlo è Giuseppe Civati, fondatore di Possibile e autore di ‘Voi sapete', libro in cui denuncia gli orrori nelle carceri in Libia. Civati ha rivolto un appello ai promotori del manifesto ‘Non siamo pesci', lanciato da Luigi Manconi, che oggi pomeriggio animeranno un presidio pacifico a Piazza Montecitorio, a partire dalle ore 17. Tra i firmatari anche Roberto Benigni, Sandro Veronesi, Massimo Cacciari, Gad Lerner, Armando Spataro, Gabriele Muccino, Paolo Virzì, Roberto Saviano. L'obiettivo è l'istituzione di commissione d'inchiesta parlamentare sulle stragi nel Mediterraneo.

Il titolo del manifesto riprende una frase pronunciata da Fanny, giovane "fuggita da un conflitto armato in Congo e per 19 giorni a bordo della nave Sea Watch", come ha spiegato lo stesso Manconi. Con questa mobilitazione il gruppo intende innanzi tutto fare pressione al governo per far sbarcare subito i migranti della Sea Watch 3: "Sea Watch, va ricordato, è l'unica Ong oggi presente nel Mar Mediterraneo, ormai privo di qualsiasi presidio sanitario, di soccorso e di protezione dei naufraghi. Altro che fattore di attrazione per i flussi migratori, altro che ‘alleati degli scafisti' o ‘taxi del mare': le navi umanitarie, le poche rimaste, salvano l'onore di un'Europa che dà il peggio di sé e si mostra incapace persino di provare vergogna – hanno scritto nel documento – Vogliamo dare voce a un'opinione pubblica che esiste e che di fronte a una tale tragedia chiede di ripristinare il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, e soprattutto del senso della giustizia". 

"L'indagine sulle continue violazioni dei diritti umani – ha detto ancora Civati – non deve fermarsi a quanto accade in mare. C'è un'altra strage, ancora meno visibile, ed è quella che avviene nei campi controllati dalla Libia. Solo così potremmo provare a iniziare a fare i conti con le ferite della storia e cancellare quell'indifferenza in cui si sono registrate troppe vittime".

Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha criticato l'iniziativa sul suo profilo Instragram: "I famosi ‘intellettuali' (con cuore "migrante" ma portafoglio abbondante!) vogliono che sbarchino tutti in Italia? Io non cambio idea, in Italia si arriva solo rispettando le regole".

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