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Pernigotti, l’appello al boicottaggio dei dipendenti: “Non comprate i loro prodotti”

I dipendenti della Pernigotti lanciano un vero e proprio appello al boicottaggio, chiedendo ai consumatori di non comprare più i prodotti dell’azienda “perché i soldi vanno ai turchi e non agli operai licenziati”. I lavoratori hanno allestito uno stand alla fiera Dolci Terre per inviare questo messaggio.
A cura di Stefano Rizzuti
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È un vero e proprio appello al boicottaggio quello dei dipendenti della Pernigotti. L’obiettivo è quello di non far più comprare i prodotti Pernigotti perché altrimenti “i soldi vanno ai turchi” e non agli operai licenziati dall’azienda. Ad allestire uno stand a Dolci Terre di Novi sono i lavoratori della fabbrica che vede avvicinarsi il rischio di una chiusura. Lo stand è stato quindi allestito in occasione della rassegna enogastronomica partita negli scorsi giorni. I lavoratori hanno tappezzato di manifesti tutta la fiera. Il messaggio che cercano di inviare è semplice e chiaro: non acquistare i prodotti con il marchio storico “perché i soldi vanno ai turchi e non agli operai licenziati”.

Nel frattempo il Gruppo Toksoz ha avviato una campagna pubblicitaria che è stata prontamente contestata da chi l’azienda la conosce bene e sa cosa accade nello stabilimento novese che rischia la chiusura. Ieri a parlare durante l’inaugurazione di Dolci Terre, alla presenza anche della delegazione sudcoreana, è stato il sindaco Rocchino Muliere: “Per la prima volta – sottolinea parlando della fiera – non c’è il grande barattolo della Crema Pernigotti, per anni leader in Europa, ma ci sono i lavoratori della fabbrica. Come istituzioni faremo tutto il possibile per salvare l’occupazione e lo storico marchio”.

I lavoratori allo stesso tempo vogliono ribadire la loro posizione e spazzare via alcune voci che ritengono false. In particolare, assicurano che non è vero che i dipendenti impediscono l’accesso allo stabilimento da parte di eventuali compratori. Proprio su questo tema, i lavoratori hanno deciso di convocare una conferenza stampa, prevista per lunedì 10 dicembre, per ribadire la loro posizione.

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