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Parioli, le paure di una delle minori: “Non so se riuscirò a non prostituirmi più”

Di fronte ai magistrati la 15enne finita nel giro di prostituzione minorile a Roma confessa i suoi timori per il futuro, la sua difficoltà a tornare a prendere i mezzi pubblici per lei che “gira in taxi”. Parla della sua paura di vivere senza soldi.
A cura di Susanna Picone
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La più piccola delle due ragazzine romane finite in un giro di prostituzione minorile non sa se riuscirà a smettere di vendersi. L’ha detto lei stessa ai magistrati, davanti al pm ha confessato le sue paure per il futuro. “Non lo so, non lo so nemmeno se mi adatterò alla vita normale – dice al pm – e sinceramente non so nemmeno se ce la faccio a non rifarlo”. La baby squillo racconta come sia difficile pensare di dover prendere di nuovo i mezzi pubblici, per lei che dice di essere abituata a girare in taxi. Parla dei soldi, di quelli che guadagnava prostituendosi insieme alla sua amica ai Parioli, e che spendeva per taxi, sigarette, vestiti, borse firmate. Soldi che spendeva per fare, insomma, quello che le piaceva. La giovane tende anche a ridimensionare quel che faceva: “Cioè può sembrare una cosa tanto grave ma non lo è perché Mirko (una delle persone finite in carcere, ndr) non ci obbligava”.

Difende la madre finita in carcere – E parla anche di sua madre, arrestata perché secondo il tribunale sapeva, ma che secondo sua figlia era a conoscenza solo della storia della droga. Non sapeva, insomma, che la figlia rientrasse in un giro di prostituzione minorile. La giovane escort difende anche l’altra ragazzina, che è indagata per induzione alla prostituzione: “Non mi ha obbligato lei”. Il magistrato le chiede con quale frequenza succedeva e lei risponde: “Quando lavoravamo da sole tre volte alla settimana…Con Mirko tutti i giorni. Se ci andava male facevamo due incontri a testa, o insieme, sempre due comunque. Se c’andava bene pure. La volta che è andata bene che poi io sono partita per Ponza, in due giorni c’avevamo 800 euro in tasca”.

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