Paolo Bosusco ancora prigioniero in India, riprese le trattative per il rilascio

I mediatori designati dal governo di Orissa e dai maoisti hanno ripreso a lavorare per portare avanti le trattative per arrivare alla liberazione di Paolo Bosusco, l’italiano rapito il 14 marzo scorso insieme a Claudio Colangelo, poi liberato, e tuttora nelle mani dei sequestratori indiani. Per la sua liberazione Naveen Patnaik, “chef minister” dell’Orissa, ha rinnovato l’appello ai maoisti a rilasciare Bosusco per motivi umanitari, promettendo loro che quando l’italiano sarà in salvo si impegneranno a rispettare tutti gli impegni presi. In particolare, ciò che è emerso negli ultimi giorni, sono state soprattutto le “minacce” del capo dei maoisti della zona, Sabyasachi Panda, giunte al governo tramite una registrazione audio, che insieme a nuove richieste da esaudire aveva delineato la possibilità di uccidere l’ostaggio se avessero deciso di lanciare un’operazione contro i maoisti per liberarlo.
Le nuove richieste dei maoisti – In particolare, il capo dei maoisti ha posto tre nuove condizioni per liberare Paolo Bosusco: la revoca della proibizione imposta dal governo a sette organizzazioni filo-maoiste, l’avvio di procedimenti giudiziari nei confronti di agenti di polizia accusati di vari reati e, per ultimo, la liberazione di sette loro affiliati che stanno scontando delle pene carcerarie, compresa Subhashri Das, moglie del capo dei maoisti. La donna era stata tempo fa prosciolta da un tribunale del Kerala dalle accuse di aver partecipato ad attività maoiste ma poi era stata nuovamente arrestata in Orissa. Nel video Panda ribadisce che non vi è alcuna possibilità di liberare Bosusco senza prima aver ricevuto una copia scritta dell’accordo firmata dai funzionari del governo e dai mediatori.
“Non fategli male”, l’ultimo appello per Bosusco arriva proprio dalla moglie di Panda – Subhashri Das, la donna che dovrebbe essere rilasciata insieme ad altre sei persone, ha intanto fatto appello in favore della liberazione di Paolo Bosusco chiedendo ai rapitori di “non procurare danni all’ostaggio”. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Pti che ha reso note le dichiarazioni della donna, conosciuta anche col nome di battaglia di “Mili”, mentre veniva trasferita in un tribunale del distretto di Rayagada. Nel frattempo, le autorità locali hanno imposto uno stop al turismo nel distretto di Koraput dello stato di Orissa, la zona in cui Bosusco e Colangelo sono stati rapiti.