Padre disperato lancia granate in tribunale nel processo per l’omicidio del figlio: due morti

Si è ucciso e ha provato la morte di una altra persona, lanciando due granate nell’aula di tribunale dove si stava celebrando il processo per omicidio nei confronti delle persone che avrebbero assassinato suo figlio. L'incidente mortale si è verificato nel palazzo di giustizia di Nikopol, nella regione orientale di Dnipropetrovsk, in Ucraina, ha riferito la polizia. Le autorità locali hanno riferito che il padre è morto sul colpo, mentre un uomo di 40 anni – pare un imputato – è deceduto in ospedale; altre sei persone – due imputati, due agenti di polizia, un ufficiale di tribunale e un civile – sono stati feriti dalle schegge della detonazione. Ora sono tutte ricoverate in un ospedale locale; due di loro sarebbero in gravi condizioni.

Secondo quanto riferito, il padre avrebbe lanciato le granate perché esasperato dal fatto che il processo continuava a essere rinviato. Dopo che il giudice ha chiuso l'udienza perché uno degli avvocati era assente, l’uomo avrebbe lanciato le bombe nel momento in cui gli imputati, ammanettati, si erano alzati per tornare in carcere. Il figlio dell’uomo era morto in una sparatoria a Nikopol avvenuta l'anno scorso, ha riferito una portavoce della polizia al quotidiano ucraino Pravda. I media locali hanno riferito che tre uomini avevano bloccato la sua auto per poi crivellarla di colpi con un fucile d'assalto Kalashnikov, uccidendo il figlio e un altro uomo che era insieme a lui. Secondo il sito web Liga.net l’uomo si chiamava Ruslan Tapayev, allevatore di bestiame originario della regione russa della Cecenia, che aveva trascorso gran parte della sua vita in Ucraina. Nelle fotografie rilasciate della polizia si vede come l'esplosione ha scardinato la porta del tribunale, distrutto molte persiane e crivellato le mura con le schegge.