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Ora Grillo piace anche ai fascisti

Da Roberto Fiore ai leader di Casapound, si moltiplicano gli attestati di stima nei confronti di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Un appoggio “imbarazzante” e che alla lunga…
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Casapound-grillo

Ci siamo interrogati più volte sulla "provenienza del consenso" del Movimento 5 Stelle, mostrando come ogni ipotesi fosse tutto sommato non esaustiva. Sia che si individuasse il bacino elettorale grillino nell'elettorato deluso di centrosinistra, sia che si circoscrivesse al fantomatico "popolo della Rete", è l'ampiezza del consenso a rendere inefficace ogni tipo di analisi onnicomprensiva. E del resto, che il "messaggio" di Beppe Grillo si prestasse a differenti interpretazioni, con la presunzione peraltro di non essere "né di destra né di sinistra", era cosa ampiamente acclarata. A maggior ragione ora arriva anche la "benedizione", immaginiamo del tutto non richiesta, di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. In un colloquio con l'Espresso infatti, Fiore non manca di sottolineare come Grillo sia "il catalizzatore di un dissenso, anche in virtù di alcuni suoi messaggi politici che condividiamo, come il ritorno alla moneta nazionale". Ma c'è di più, perchè i due avrebbero avuto "lo stesso professore, Giacinto Auriti, un autentico profeta che già dagli anni Novanta parlava di signoraggio" e Fiore non esclude la possibilità di una alleanza in chiave elettorale a patto che Grillo prenda "in modo più energico la posizione sulla sovranità monetaria, potrebbe essere, perché su altri punti come lo ius sanguinis ha espresso posizioni che sono esclusivamente nostre. Però la chiave è la sovranità monetaria e ho timore che lui, per qualche motivo, non si voglia esprimere su questo".

A dare manforte al leader di Forza Nuova, arrivano anche voci interne a Casapound, come quella di Andrea Antonini che sottolinea come la "politica degli steccati" non sia più condivisa dai cittadini. Poi la stoccata, che per la verità non è dissimile ad alcune considerazioni apparse sul blog di Grillo: "Noi non portiamo avanti né idee di destra né di sinistra, ma un progetto che si ispiri alla riacquisizione della sovranità nazionale e alla soluzione di problematiche economiche attraverso il congelamento del debito e un possibile ritorno alla moneta nazionale".

Una fonte d'imbarazzo, ma anche un problema di fondo. Quello della collocazione "ideologica" del Movimento. Un discorso che non può essere né lasciato all'arbitrio dei militanti dell'ultima ora, né liquidato come "vecchio ed antiquato" solo perché non si ha la capacità di approfondire l'analisi e dare una lettura orientata della partecipazione, dell'impegno, della militanza e della piattaforma programmatica. Insomma, che Grillo non c'entra niente con i fascisti al momento è abbastanza chiaro. Così come non è una sua colpa che le indicazioni e le linee guida del Movimento siano apprezzate e condivise da Casapound e Forza Nuova. Allo stesso tempo però queste "convergenze parallele" testimoniano ancora una volta che "lo spontaneismo non basta" e che senza un orientamento chiaro e definito, che non può prescindere da una seria riflessione di carattere "ideale e politico", il rischio di "procedere a tentoni" è altissimo. E del tutto compatibile con l'assalto al carro a 5 stelle cui stiamo assistendo, tanto più se Grillo continuerà a cavalcare l'indignazione a comando e il qualunquismo di ritorno, forzando la mano su alcuni temi (vedi questione della cittadinanza) e su alcune impostazione di carattere organizzative (con il bonapartismo che sostituisce la democrazia interna). Insomma, Beppe ci dica da che parte sta. Per il bene del Movimento e di quel Paese che proprio non merita che "dalla finestra" rientri quella sotto-ideologia spazzata via dalla storia e dagli italiani.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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