Omicidio Pordenone, Ruotolo e la fidanzata si erano inventati finta amante di Trifone

Alla base del duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone Trifone Ragone e Teresa Costanza ci sarebbero le insinuazioni anonime inviate alla donna da Giosuè Ruotolo attraverso un finto profilo facebook per fargli credere che il ragazzo avesse un amante. Ne sono convinti i pm della Procura friulana dopo aver ricostruito l'intera vicenda che ha portato all'arresto di Ruotolo e della 24enne Maria Rosaria Patrone. Per gli inquirenti infatti Ruotolo e la sua ragazza si erano inventati una finta amante per dividere Teresa e Trifone creando un falso profilo e iniziando a inviare messaggi a nome di una fantomatica Annalisa, lo stesso nome di una ex di Ragone che Ruotolo aveva conosciuto.
Del finto profilo e dei messaggi, per i pm, era a conoscenza benissimo Maria Rosaria Patrone come dimostra l'episodio della consegna a un'amica di un bigliettino in cui la incita a "tacere agli inquirenti la vicenda relativa alla pagina Facebook anonimo-anonimo". "Rosaria temeva di essere stata ricollegata al delitto per essere entrata nel profilo Facebook anonimo. Un dettaglio quest'ultimo che le amiche ci hanno riferito e che non potevano aver appreso dalla stampa, e che quindi può essere frutto solo del fatto di averla ascoltata dall'interessata" ha sottolineato il procuratore. Non solo, per gli inquirenti sarebbe stata proprio la 24enne "nel patologico rapporto con il proprio ragazzo", a "iniziare a coltivare gelosia e ostilità verso Trifone" ritenuto "possibile traviamento per Ruotolo" fino a indurlo a "gestire un vero e proprio servizio di persecuzione telematica".
I messaggi a Teresa Costanza dal finto profilo facebook
Come emerso dalla memoria dell'iPhone di Teresa Costanza, i primi messaggi arrivano nel giugno del 2014 ma vanno avanti per circa un mese. Il contenuto dei messaggi era provocatorio ma anche circostanziato e preciso. "Ciao, mi chiamo Annalisa volevo dirti che il tuo ragazzo si sta vedendo ancora con me, io ci sto perché mi piace molto" si leggeva in alcuni messaggi, e ancora "Gli servi perché hai i soldi ma non gli interessi. Sei cornuta e contenta. Ti sto solo avvisando, se parli con lui io nego tutto perché abbiamo fatto varie cose insieme e non voglio perderlo. So che vivete e andate in palestra insieme e che adesso sta a Bari… apri gli occhi che non ti conviene stare con lui". Per rendere credibile le dicerie i particolari erano minuziosi, tanto che quando Teresa lo rivela a Trifone lui intuisce che deve essere qualcuno a lui vicino.
L'omicidio dei fidanzati di Pordenone per vendetta e paura
Dopo aver interpellato alcuni commilitoni, Trifone sarebbe giunto alla conclusione che non poteva che essere stato Giosuè Ruotolo con cui aveva convissuto per quasi due anni fra il 2012 e il 2014 in un appartamento di Pordenone. A quel punto il fatidico faccia a faccia in caserma dove i due sarebbero venuti alle mani con Trifone che picchia Ruotolo. Non solo, Trifone avrebbe anche minacciato l'ex amico di denunciarlo. Una cosa che Ruotolo non poteva permettersi perché quei messaggi erano partiti dal pc della caserma e "questo gli avrebbe impedito la permanenza nell'esercito e la prospettiva di entrare nella Guardia di finanza" ha ricordato il procuratore Martani. Una minaccia fondamentale che per gli inquirenti avrebbe poi scavato nella testa di Ruotolo fino a convincerlo a uccidere per vendetta e paura.