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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Omicidio Pamela Mastropietro, la svolta: le analisi dei Ris incastrano Oseghale

L’esito della perizia condotta dai Ris è stato consegnato al capo della Procura Giovanni Giorgio e contiene una possibile svolta sull’omicidio della 19enne romana uccisa ormai due mesi fa. “Nell’attico degli orrori Innocent Oseghale era solo”. Scagionati gli altri due nigeriani sospettati.
A cura di Ida Artiaco
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Innocent Oseghale era da solo nell'attico dell'orrore di via Spalato dove è stata uccisa Pamela Mastropietro. La svolta relativa all'omicidio della 19enne romana, scomparsa lo scorso 29 gennaio da una comunità di recupero e trovata cadavere due giorni più tardi in due trolley alla periferia di Macerata, è arrivata dopo due mesi di indagini grazie all'esito della perizia dei Ris, che è stato consegnato nelle ultime ore al capo della Procura Giovanni Giorgio. Oseghale, 30enne nigeriano primo accusato della morte della giovane, resta anche l'unico indiziato. Scagionati, di fatto, gli altri due connazionali Desmond Lucky e Lucky Awelima, attualmente in carcere tra Ascoli e Ancona, che inizialmente secondo gli inquirenti avrebbero avuto un ruolo fondamentale nell'uccidere e occultare il corpo di Pamela.

Dunque, un nuovo tassello è stato aggiunto alla ricostruzione del mosaico sul delitto di Macerata. Come riporta il Corriere Adriatico, l'esito della perizia indebolisce la ricostruzione fatta dal giudice delle indagini preliminari secondo la quale i tre nigeriani Oseghale, Lucky e Awelima, che hanno in comune l’accusa di omicidio in concorso, occultamento e vilipendio di cadavere, si sarebbero trovati per sei ore nella mansarda insieme a Pamela. La ragazza si sarebbe messa nei guai la mattina della sua sparizione, quando si è recata a comprare una dose di eroina da quello che sarebbe diventato il suo aguzzino. Fondamentale per la ricostruzione delle sue ultime ore di vita sarebbe stata l'analisi dei tabulati e dalla posizione delle celle telefoniche, dai quali emergono gli intervalli di tempo nei quali i tre sospettati si erano trattenuti nell'attico.

Intanto, non si dà pace la famiglia di Pamela che continua a chiedere giustizia. Dopo lo sfogo dei genitori, l'ultimo a intervenire sulla vicenda è Marco Verni, zio della 19enne: "Sono avvocato e consigliere delle forze armate – ha scritto sul proprio profilo Facebook -. Mi sono formato con loro, ai massimi livelli, e oggi ho spesso il privilegio di formare io loro, per quel di mia competenza. Le nostre forze di polizia, se vogliono, sono tra le migliori al mondo, per cui dico, a chi ha barbaramente ucciso mia nipote: potete cambiare la vostra ridicola versione dei fatti che io, passo passo, vi smonterò in tribunale, potrete trovare l'appoggio ipocritamente compassionevole di qualche politicante di turno, magari potrete anche pensare di farla franca, ipotizzando di prendervi gioco dello Stato italiano. Ma ricordate, non esistono delitti perfetti, ma solo investigatori distratti. Io non vi lascerò tregua. Con me lo staff del mio studio accanto agli inquirenti. E l'Italia tutta. Preparatevi a marcire nelle nostre patrie galere".

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