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Omicidio Alessandro Neri, ancora giallo a Pescara: si segue la pista della gelosia

Ancora mistero sul delitto di Alessandro Neri, il 29enne trovato morto alla periferia di Pescara lo scorso 8 marzo. Dopo aver accantonato l’ipotesi del delitto per l’eredità familiare, si fa avanti la pista sentimentale ma nulla al momento è confermato. La mamma scrive al Papa: “Ti chiedo di intercedere e di aiutarmi: non più violenza nella mia famiglia”.
A cura di Ida Artiaco
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E' ancora giallo sulle cause della morte di Alessandro Neri, il 29enne trovato senza vita lo scorso 8 marzo alle porte di Pescara, ucciso con due colpi di arma di fuoco, come ha confermato l'autopsia. Dopo aver percorso la pista del delitto economico, legata all'eredità del nonno materno, e delle liti familiari, gli inquirenti stanno prendendo in considerazione negli ultimi giorni anche un'altra ipotesi: quella dell'omicidio per gelosia. Lo riporta la stampa locale. In particolare, le ricerche si starebbero concentrando sulla cerchia di amicizie del giovane, dove è possibile che siano nate gelosie e rancori che potrebbero averne causato la morte.

Ma nulla sembra confermato, anche perché i carabinieri e finanzieri del nucleo di polizia economica-finanziaria hanno scoperto che Alessandro aveva pure a che fare con due società non direttamente riconducibili né a lui né alle attività della famiglia. Parenti e amici sapevano che Neri acquistava auto all'asta per poi rivenderle, ma sembra che nessuno sapesse delle due aziende, oggetto di perquisizioni e sequestri nei giorni scorsi. Insomma, la vicenda sembra ancora ad un punto morto.

Intanto è prevista per oggi, domenica 25 marzo, una fiaccolata nella città abruzzese per chiedere la verità sulla morte di Alessandro. In prima linea ci sarà la mamma del 29enne, Laura Lamaletto, che nei giorni scorsi ha scritto un appello anche a Papa Francesco. "Mio figlio Ale – si legge nella missiva – amava la sua parte latina e amava ballare la nostra musica. Ieri sono andata alla chiesa di San Camillo dove celebreremo il suo funerale e ho chiesto a Gesù di aiutarmi a scoprire chi ha commesso questo grave crimine. Non voglio la prigione per lui o loro, voglio che si convertano e/o li accompagnino in una missione cattolica per aiutare coloro che hanno bisogno di lottare per resistere alla vita. Ecco perché, Papa Francesco ti chiedo di intercedere e di aiutarmi: non più violenza nella mia famiglia. Aiutami a convertirli affinché lavorino per una causa umanitaria".

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