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Nuovi raid israeliani a Gaza, Hamas: “Pronti a combattere per mesi”

Continua la scia di sangue a Gaza dove nella notte ci sono stati altri raid israeliani che hanno causato 6 morti. In totale le vittime sono oltre 90. Hamas promette vendetta e si dice pronta a combattere per mesi.
A cura di Antonio Palma
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Non accenna a finire l'escalation di violenza in medio oriente tra palestinesi e Israeliani che ormai sono al quarto giorno di guerra aperta nella Striscia di Gaza. Nella notte nuovi raid dell'aviazione di Tel Aviv hanno bombardato la Striscia provocando morti e feriti,  mentre è proseguito il fitto lancio di missili da parte di Hamas sulle città israeliane al confine. Le vittime degli ultimi bombardamenti dell'esercito israeliano sono sei. Cinque palestinesi, tra cui una donna, sono stati uccisi a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, a seguito di un attacco contro l'abitazione di un militante della Jihah islamica che ha provocato anche il ferimento di altre 15 persone che si trovavano nelle vicinanze dell'obiettivo degli israeliani. In precedenza un altro raid aereo sulla città di Gaza, nel quartiere di Tel el-Hawa, aveva fatto un'altra vittima, un 33enne di Gaza. Con questi morti e feriti si aggrava ulteriormente il bilancio delle vittime degli scontri armati tra le due opposte parti. Dall'inizio dell'offensiva israeliana, infatti, sono state uccise oltre 95 persone mentre i feriti sono stimati in oltre 600.

Hamas pronta a combattere per mesi

Hamas dal suo canto ha continuato il lancio dei suoi missili sulle città israeliane, anche se fino a questo momento non ci sono vittime dirette in campo israeliano. Nella notte scorsa gli allarmi delle sirene sono risuonati anche ad Haifa, la città più popolosa nel Nord di Israele, a 160 chilometri da Gaza. Gli abitanti sono stati svegliati nel cuore della notte da un lancio di missili poi rivendicato dalla Jihad islamica. Una donna di 80 anni, sopraffatta dallo spavento, è morta di infarto. L'organizzazione islamica palestinese del resto non ha intenzione di cedere e, come ha avvertito il dirigente di Hamas Mahmud a-Zahar in un'intervista telefonica ad una emittente di Gaza, "Hamas è pronto a combattere per mesi". Un cessate il fuoco chiesto i campo internazionale per Hamas dovrà rispettare le sue condizioni come la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei detenuti arrestati il mese scorso.

Gli attacchi dell'esercito di Israele

Secondo un calcolo dell'esercito israeliano, nelle ultime 24 ore da Gaza sono stati lanciati circa duecento razzi verso centri abitati o strutture in Israele. Lo riferisce il portavoce militare di Tel Aviv secondo cui dall'inizio delle ostilità contro Israele sono stati sparati circa 550 razzi e il sistema di difesa anti missile Iron Dome ne ha intercettato un centinaio. Da parte sua l'aviazione israeliana ha spiegato di aver colpito ieri a Gaza 210 obiettivi, mentre dall'inizio della operazione Margine Protettivo gli obiettivi colpiti sono stati 1090. Intanto però si muove anche l'esercito che ha schierato al confine i carri armati in attesa del via libera ad un'invasione via terra.

La telefonata di Obama a Netanyahu

Sul fronte diplomatico, dopo la condanna dell'Onu, interviene anche il Presidente Usa Barack Obama. Se il segretario dell'Onu Ban Ki-moon aveva giudicato "inaccettabile per i civili di entrambe le parti di vivere permanentemente nella paura", Obama  ha invitato Israele alla calma  proponendosi come mediatore per un cessate il fuoco. In una telefonata con il premier israeliano, Benjamin Netanyhau, il Presidente americano ha condannato i lanci di razzi su Israele ma ha espresso anche la preoccupazione per il rischio di un'ulteriore escalation della violenza tra israeliani e palestinesi, sottolineando "la necessità per tutte le parti di fare il possibile per proteggere le vite dei civili e ripristinare la calma". "Gli Stati Uniti restano pronti a facilitare una cessazione delle ostilità, tra cui il ritorno all'accordo sul cessate il fuoco del novembre del 2012" si legge in una nota della Casa Bianca diffusa nella notte dopo la telefonata tra il presidente ed il premier. Del resto già in precedenza un portavoce del Dipartimento di Stato Usa aveva sottolineato che "Nessuno vuole assistere ad un'invasione di Gaza da parte di Israele. Per questo è importante un allentamento delle tensioni".

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