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Voragini e crolli a Napoli, proviamo a dare una spiegazione a ciò che sta avvenendo nel sottosuolo

A Napoli registrate 13 voragini in 24 mesi. Abbiamo provato a capire cosa sta avvenendo nel sottosuolo della città e come si potrebbe intervenire per la sicurezza di tutti.
A cura di Antonio Musella
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Quella di via Morghen al Vomero è solo l'ultima voragine in ordine di tempo che ha colpito la città di Napoli. La Rete No Box ed il Comitato San Martino hanno contato 13 voragini negli ultimi 24 mesi, particolarmente concentrare nella zona collinare del Vomero. Fino ad ora la fortuna ha baciato la città facendo registrare zero vittime.

Ma cosa sta succedendo al sottosuolo di Napoli?

Abbiamo provato a spiegarlo col geologo Riccardo Caniparoli, dell'associazione "Italia Nostra", provando a capire cosa c'è nel sottosuolo di Napoli e costa sta avvenendo che provoca la frequenza così preoccupante di questi fenomeni. La fragilità di Napoli si mostra in tutta la sua gravità, così come l'azione antropica, la mano dell'uomo, è da mettere tra i principali responsabili. Solo dopo abbiamo un problema di scarsa manutenzione e di incuria. Oggi Napoli ha bisogno di un piano speciale di messa in sicurezza del sottosuolo.

Le vibrazioni della metro: "Fogne come spaghetti sotto un peso"

Abbiamo provato a partire dalle basi: come è composto il sottosuolo di Napoli. "E' fatto di ceneri vulcaniche, ma anche di lapilli e pomice – ci spiega Riccardo Caniparoli – e la pomice è l'unica roccia che galleggia perché è più leggera dell'acqua". Quindi davanti alle bombe d'acqua generate anche dai cambiamenti climatici, la pomice nel sottosuolo assorbe e inevitabilmente si muove. "Insieme a questo va tenuto conto anche quella che l'effetto delle vibrazioni, perché l'azione di queste determina i crolli. Napoli è come un materasso su cui ci sono degli spaghetti e questi spaghetti sopra hanno un peso. Se agiamo una vibrazione sul materasso, gli spaghetti si rompono" è la metafora del geologo.

Ma andiamo con ordine: "Negli ultimi 40 anni i lavori di scavo della metropolitana di Napoli hanno cambiano l'equilibrio naturale del sottosuolo. Oggi quelle vibrazioni costanti portano alla compattazione del suolo, significa che il suolo si abbassa. Se si abbassa il suolo di fondazione dove poggiano le fogne e le condotte idriche, semplicemente queste si rompono, si spezzano, e si creano le voragini, questo è il problema". L'esempio è quello di un barattolo di farina, se viene agita una vibrazione costante la farina si compatta e si abbassa la sua soglia. Napoli è esattamente così.

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"Noi abbiamo una metropolitana che ha bisogno di una potenza superiore a quella delle città pianeggianti, perché la nostra metro sale sul Vomero, e la cosiddetta risalita genera delle vibrazioni molto alte. A Milano ad esempio, quando ci si avvicina alla fermata sotto al Duomo, il treno rallenta, proprio per non nuocere al monumento. Qui invece bisogna andare sempre al massimo per risalire la collina del Vomero".

Ma alle vibrazioni della metropolitana si aggiunge anche l'azione delle vibrazioni causate dal traffico cittadino. Lo stato assolutamente precario del manto stradale partenopeo fa il resto, amplificando ulteriormente quelle vibrazioni. "Il traffico dei mezzi pesanti è una concausa. Se questo passasse su strade lisce e manutenute farebbe meno danni, ma transitando su strade dissestate e piene di buche, le vibrazioni aumentano di moltissimo e incidono con colpi pesanti in determinati punti". Proprio la manutenzione, o meglio, il rifacimento del manto stradale dovrebbe entrare tra le priorità manutentive della città per evitare ulteriori sprofondamenti. "Più sono disastrate le strade, più aumentano le vibrazioni e maggiore è il rischio di crollo" sottolinea Caniparoli.

 "Bisogna fermare il nuovo scavo della Funicolare"

"Noi chiediamo al Comune di occuparsi di sicurezza e procede ad una mappatura del suolo e del sottosuolo della città" ci spiega Franco Di Mauro della Rete No Box del Vomero. La mappatura può portare ad individuare le zone a rischio, anche se i segni sono fin troppo evidenti anche a occhio nudo.

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"A Piazza degli Artisti, all'inizio di via Luca Giordano, si nota ad occhio nudo guardando il basamento dei palazzi che il suolo si è abbassato – spiega Caniparoli – lì c'è il nodo delle gallerie della risalita della metropolitana, quindi le vibrazioni sono più forti. Non è un caso che la maggior parte delle voragini si siano aperte nelle zone dove passa la metro". Individuare il rischio è il primo passo per la messa in sicurezza, ma intanto qual è il futuro immediato del sottosuolo del Vomero? "Qua vogliono continuare a scavare, c'è il progetto della quarta fermata della funicolare di Montesanto, che comporterebbe nuovi scavi sotto la collina del Vomero, proprio sotto San Martino, un'opera da fermare che porterebbe ad ulteriori rischi un territorio che manifesta in maniera evidente delle importantissime criticità" sottolinea Di Mauro.

Si tratta di un progetto di circa 19 milioni di euro, per la realizzazione della quarta fermata della Funicolare di Montesanto, un'opera i cui lavori dovrebbero durare per diversi anni. Un'ennesima azione da buldozzer in una cristalliera. A questo si aggiungono i continui progetti e richieste di autorizzazione per la realizzazione di parcheggi interrati, anche proprio nella zona del Vomero. "L'impressione è che qui si attendano gli eventi prima di intervenire, si aspetta l'evento da parte dell'amministrazione comunale per poter dire che faranno qualcosa, ma questo è un tipo di lavoro di cura del sottosuolo che andrebbe fatto come attività ordinaria".

La stessa attività ordinaria che è mancata non solo e non certo negli ultimissimi anni: manca da decenni. I soldi per i Comuni d'altronde sono sempre di meno, ed opere di questo tipo, arrivati alle condizioni del sottosuolo e delle strade di Napoli, richiedono un impegno importante di risorse economiche. "Alcuni, come le Regioni Toscana ed Emilia Romagna – spiega Di Mauro – hanno partecipato ai bandi del PNRR sulla protezione del sottosuolo, ma si potevano presentare progetti fino a dicembre 2021, i termini sono scaduti e Comune e Regione Campania non hanno partecipato". Anche questa volta sarà per la prossima.

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