Volo Miami-Londra con a bordo napoletani fa atterraggio d’emergenza su un’isola dell’Atlantico

Atterraggio d'emergenza su un'isola dell'oceano Atlantico per il volo AA38 dell'American Airlines partito da Miami, negli Stati Uniti, il 28 agosto scorso e diretto a Londra. A bordo c'erano anche diversi napoletani che dovevano poi rientrare a Capodichino con un volo di collegamento di un'altra compagnia. Il volo, sembra per problemi tecnici emersi circa 3 ore dopo il decollo, è stato invece costretto ad atterrare nel piccolo aeroporto LF Wade nelle isole Bermuda. “Qui sono rimasti circa 25 ore – spiega a Fanpage.it l'avvocato Massimiliano Alosco, legale di uno dei passeggeri, Gennaro Esposito – Senza assistenza alcuna. Se non quella di alcune coperte prese dall'aeromobile. E sono stati costretti a dormire per terra. Solo dopo una decina di ore qualcuno ha pensato di portare un po' di cibo”.
"Abbandonati per 25 ore, bagagli danneggiati"
I passeggeri, quindi, sono rimasti confinati all'interno dello scalo atlantico a causa delle normative Covid. Un po' come nel film Terminal, con Tom Hanks. Una volta riparato il guasto, l'aereo è potuto ripartire per Londra. Per i passeggeri napoletani, però, ci sarebbe stata anche una ulteriore beffa. “All'arrivo all'aeroporto di Capodichino – prosegue l'avvocato Alosco – dopo un atterraggio di emergenza nel bel mezzo dell'Atlantico, la paura, l'attesa di 30 ore, una volta a destinazione i passeggeri hanno trovato i bagagli danneggiati. Mi hanno dato mandato di agire nelle sedi legali competenti a tutela dei loro legittimi diritti di passeggeri che ritengono ampiamente violati”.
Gesac, la società che gestisce l'Aeroporto di Capodichino, contattata da Fanpage.it, ha spiegato che i bagagli sono stati caricati e scaricati dalla stiva in vari aeroporti. Non è possibile stabilire dove eventualmente siano stati danneggiati. La pratica di danneggiamento viene aperta all'aeroporto di arrivo e la compagnia aerea ne risponde.
