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“Volevano comprare il Calcio Napoli coi soldi della droga”, parla il pentito del Rione Traiano

Raffaele Imperiale e Mario Cerrone, ritenuti tra i principali fornitori di droga a livello internazionale, avevano una “disponibilità economica pazzesca” e “volevano anche comprare il calcio Napoli”. Il particolare rivelato dal collaboratore di giustizia Gennaro Carra, suocero del boss del Rione Traiano Salvatore Cutolo.
A cura di Nico Falco
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Gennaro Carra e Raffaele Imperiale
Gennaro Carra e Raffaele Imperiale

Raffaele ImperialeMario Cerrone, ritenuti dagli inquirenti il primo tra i maggiori narcotrafficanti a livello mondiale e il secondo suo braccio destro e riferimento a Napoli, "volevano comprare anche il Calcio Napoli". Il particolare (su cui, è bene specificarlo, non emergono altri dettagli e tantomeno trattative o contatti con la società o offerte) è stato riferito da Genny Carra, genero del boss del Rione Traiano Salvatore Cutolo e oggi collaboratore di giustizia.

La circostanza è riportata nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due, ritenuti dagli inquirenti collegati al clan Amato-Pagano, gli Scissionisti di Secondigliano; Imperiale, arrestato ad Agosto a Dubai al termine di indagini della Squadra Mobile di Napoli (diretta da Alfredo Fabbrocini) e della Guardia di Finanza di Napoli, è in attesa di estradizione. Carra, che per un periodo è stato anche reggente del clan fondato dal suocero "Borotalco", tra i principali del fortino della droga di Soccavo, nel descrivere la potenza economica di Imperiale e Cerrone usa un aggettivo che rende l'idea della quantità di denaro che, secondo lui, la coppia era capace di movimentare: avevano, dice, "una disponibilità economica pazzesca".

Un'idea di quanto dovesse essere alta una somma per essere considerata "pazzesca" da Carra, che di certo aveva familiarità con grossi giri di soldi, arriva da un altro passaggio, in cui lo stesso collaboratore di giustizia parla di un uomo che temeva di venire ucciso per un debito di droga che aveva contratto con Imperiale. Quella volta, racconta l'ex rampollo del Rione Traiano, fu lui a fare da intermediario, garantendo altro tempo al debitore per la restituzione di 100mila euro. Lo avrebbe fatto parlando direttamente con "Lelluccio Ferrarelle": "Cercai di farlo ragionare in quanto la cifra non era grossa".

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