video suggerito
video suggerito
Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Violenze in carcere, così uno degli agenti cercava aiuto da Matteo Salvini: “Ho sempre creduto in te”

Carcere di Santa Maria Capua Vetere: in una informativa dei carabinieri emerge come uno degli ispettori della Penitenziaria oggi sotto accusa per le violenze dell’aprile 2020 avesse chiesto aiuto perfino al leader della Lega Nord Matteo Salvini: “Stiamo passando un brutto periodo, ho sempre creduto in te, cerca di approfondire”
A cura di Redazione Napoli
261 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

È il 15 aprile 2020, nove giorni prima nel reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere c'è stato l'inferno: guardie di Polizia Penitenziaria hanno pestato decine di detenuti: la rappresaglia per aver organizzato, un mese prima,  una violenta rivolta tra le sbarre dopo la notizia di un detenuto positivo al Covid-19.

Questa storia, un anno dopo, determinerà una delle più grosse inchieste per violenze in divisa mai avviate in Italia negli ultimi vent'anni.

Inchiesta e successivi processi stabiliranno nei mesi e negli anni la verità giudiziaria, anche se i filmati di videosorveglianza all'interno del carcere, acquisiti agli atti, fanno già emergere chiari profili di responsabilità. Ma già a metà aprile 2020 qualche agente inizia a capire che la storia di quelle ore di cieca violenza sarebbe uscita dalle mura del carcere e avrebbe fatto rumore. E per questo cerca supporto politico.

Lo raccontano gli atti: c'è un'informativa dell'Arma dei Carabinieri che svela come uno degli agenti di Polizia Penitenziaria, Alessandro Biondi, siciliano di nascita, Coordinatore di Sorveglianza Generale nell’istituto carcerario sammaritano, si fosse rivolto – via Facebook – al leader della Lega Matteo Salvini chiedendogli un intervento (all'epoca dei fatti non c'era una inchiesta giudiziaria) a tutela dei poliziotti penitenziari in forza al carcere "Uccella". L'ispettore Biondi, oggi agli arresti domiciliari, secondo la procura di Santa Maria è «co-organizzatore ed esecutore». Di cosa? Dell'inferno del carcere campano: maltrattamenti e pestaggi ai danni di vari detenuti.

Scriveva Biondi, attraverso Messenger ad una pagina Facebook che, dicono gli investigatori, era «collegata, verosimilmente, al leader politico della Lega Nord Matteo Salvini»:

Ciao Matteo, sono un poliziotto penitenziario al momento in quarantena per Covid-19. Nell'istituto di Santa Maria Capua Vetere dal 9 marzo si sono susseguiti una serie di eventi che hanno portato i detenuti ad avere una sorta di indipendenza gestionale.

Per riprendere il controllo dell'istituto vi è stata una operazione di autorità.

I detenuti e loro familiari, strumentalizzando la cosa per tramite del garante e difensori, si sono rivolti alla locale Procura della Repubblica e come puoi immaginare noi polizia non abbiamo garanti. Stiamo passando un brutto periodo.

Se puoi tramite qualche tuo referente locale cerca di approfondire- intervenire in merito. Preferisco rimanere in anonimato oltre questo messaggio. Grazie, ho sempre creduto in te, Alessandro.

Non è dato sapere se questo messaggio sia mai arrivato sulla scrivania dell'ex vicepremier e ministro dell'Interno. Di certo c'è che oggi, ad inchiesta esplosa, la linea di Salvini è piuttosto chiara.

Il segretario leghista è stato il primo politico che si è precipitato a Santa Maria Capua Vetere poche ore dopo l'inchiesta. Si è detto «sconvolto» dalla visione dei video ma convinto di non dover condannare l'operato di tutta la Penitenziaria.

Proprio ieri, altra dichiarazione su questa stessa linea:

Lasciamo che giudichino i tribunali, non sta a me giudicare chi è innocente e chi è colpevole. Chi sbaglia paga ma senza fare di tutta l'erba un fascio.

261 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views