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“Vessati e mortificati ogni giorno”: la lettera degli infermieri del Pronto Soccorso del Cardarelli

Gli infermieri hanno scritto una lettera ai vertici dell’ospedale, manifestando il loro disagio non solo per il forte stress, ma anche per il rapporto di fiducia con il primario che si è deteriorato.
A cura di Valerio Papadia
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È una lettera molto dura, dalla quale traspare tutto il disagio e lo stress per le loro condizioni lavorative, quella che gli infermieri del Pronto Soccorso dell'ospedale Cardarelli di Napoli hanno scritto ai vertici del nosocomio partenopeo, il più grande del Sud Italia, che proprio in questi giorni sta facendo i conti con una nuova emergenza barelle, accessi continui di pazienti che, nella giornata di ieri, lunedì 1° agosto, hanno portato alla chiusura del Pronto Soccorso, ormai saturo. Nella lettera, protocollata e indirizzata al direttore generale, al direttore sanitario, al direttore amministrativo, al capo dipartimento di emergenza, al direttore Sirt e alle Oss di comparto, gli infermieri dichiarano:

Gli scriventi infermieri e Oss del Pronto Soccorso ancora una volta devono constatare con grande amarezza che sono venute meno le condizioni di fiducia e di rispetto nei confronti del responsabile dell'UOC. È ormai prassi quotidiana la mortificazione e la vessazione del personale in un clima di continue malversazioni gratuite mentre nulla viene messo in campo per migliorare la situazione di enorme stress lavorativo che da mesi grava sugli operatori. Invece non si perde occasione per creare problemi pretestuosi che producono grave disagio e impattano in modo estremamente negativo sulle prestazioni del personale

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La lettera degli infermieri del PS del nosocomio partenopeo pone poi l'accento sulle vessazioni e le pressioni a cui viene sottoposto in particolar modo la loro coordinatrice:

Ancor più grave è la continua e quotidiana guerra messa in campo nei confronti della nostra coordinatrice, alla quale già in una precedente occasione avevamo espresso il nostro pieno e incondizionato sostegno e che riaffermiamo con totale convinzione in questa sede. Chiediamo che si intervenga in modo preciso per ripristinare un clima sereno e di collaborazione in un reparto nevralgico dove gli operatori sono in burn-out e anche la salute personale viene messa a rischio

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