61 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Va dal cartomante per scoprire chi ha rubato i soldi della camorra

La sorella di Pasquale Lausi, ucciso dal suo stesso clan per un ammanco di 100 milioni, si era rivolta a una cartomante per scoprire il ladro.
A cura di Nico Falco
61 CONDIVISIONI
Immagine

Cento milioni di lire scomparsi nel nulla, un ammanco la cui conseguenza sembrava scontata: quelli erano soldi dei Mazzarella, e il clan avrebbe fatto pagare con la vita la loro sparizione. E così, pochi giorni dopo l'agguato, la sorella della vittima, convinta dell'innocenza del fratello, aveva chiesto aiuto anche ad una cartomante per farsi rivelare l'identità del ladro. È il retroscena, ricostruito dagli inquirenti, della morte di Salvatore Lausi, che quel denaro aveva l'incarico di custodirlo.

Per l'agguato, datato 6 ottobre 2002, i carabinieri hanno notificato oggi una misura cautelare a Michele e Gennaro Mazzarella e a Salvatore Barile, tutti già detenuti per altra causa. I due capoclan sarebbero stati i mandanti, Gennaro Mazzarella avrebbe anche organizzato l'omicidio e Barile, insieme a Ciro Giovanni Spirito e Vincenzo De Bernardo (entrambi deceduti), si sarebbe occupato dell'esecuzione.

La sorella alla cartomante: "Chi ha preso i soldi?"

I soldi si trovavano nell'appartamento dove Lausi viveva con la madre. Il 17 ottobre 2002, 11 giorni dopo l'omicidio di Lausi, la sorella aveva telefonato ad una cartomante per chiederle aiuto per scoprire chi avesse rubato i soldi. Nella conversazione, intercettata, la donna racconta genericamente di un furto avvenuto in casa della madre.

"Sono spariti dei soldi – dice – è sparita una cassetta sana… 100 milioni… chi è stato?".  La cartomante appare sorpresa del fatto che la grossa somma fosse stata conservata in casa e non in una banca: "100 milioni? E tua mamma nientemeno tiene 1000 milioni in casa, non deve". Poi aggiunge: "Teso', io qua vedo la mano di un uomo però è una grande falsità".

La sorella, che evidentemente crede all'innocenza del fratello, chiede altri particolari, una descrizione: "Ma più o meno non si vede che lavoro fa, perché l'altra ragazza mi disse che indossava una divisa". E la cartomante: "Comunque senti che ti posso dire che è stato un uomo però c'è stata pure la mano di un'altra donna vicino, hai capito?".

La faida sfiorata con l'Alleanza di Secondigliano

L'omicidio di Lausi aveva portato i due clan a un passo da una faida con l'Alleanza di Secondigliano. Lo ha rivelato ai carabinieri Giuseppe Misso, collaboratore di giustizia, che all'epoca era ai vertici dell'omonimo clan alleato coi Mazzarella. L'agguato era avvenuto in un territorio sotto il suo controllo e riteneva che ad uccidere Salvatore Lausi fossero stati killer dell'Alleanza di Secondigliano, che si sarebbero quindi resi responsabili di uno sconfinamento.

Misso ha raccontato che lo zio, Giuseppe Missi (alias ‘o Nasone) avrebbe chiesto spiegazioni a Gennaro Mazzarella, fratello di Vincenzo, che però avrebbe negato qualsiasi coinvolgimento. Quando il boss avrebbe prospettato di entrare in guerra con l'Alleanza, però, Mazzarella si sarebbe visto costretto a rivelare che il cassiere era stato ucciso da un loro affiliato ma senza il consenso dei vertici del clan; solo successivamente, per evitare che il killer venisse ucciso, avrebbe chiesto a Missi di non vendicarsi per preservare la loro alleanza.

61 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views