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“Ti taglio la testa se mio figlio non gioca”: minacce all’allenatore giovanile dell’Avellino

Minacce di morte all’allenatore delle giovanili dell’Avellino: “Ti taglio e la testa e la metto in una valigia se non fai giocare mio figlio”, poi cerca di entrare in campo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Minacce di morte all'allenatore delle giovanili dell'Avellino Calcio, Giuliano Capobianco. Un genitore, irritato dal fatto che il figlio non stesse giocando, ha ben pensato di attaccare direttamente il responsabile del settore giovanile, durante una partita sul campo di Venticano, nella provincia irpina. "Ti taglio la testa e la metto in una valigia", la minaccia del padre del giovane, "se non fai giocare mio figlio". L'uomo ha poi cercato di raggiungere il terreno di gioco, ma l'intervento di altri genitori presenti lo ha trattenuto ed evitato il peggio.

Capobianco: "Deprimenti questi episodi"

La figuraccia dell'uomo ha portato subito la società biancoverde a fare quadrato attorno al proprio allenatore, che sarà denunciato. Lo stesso Giuliano Capobianco ha commentato amaramente che "purtroppo c’è questa cultura in Italia già a partire dal settore giovanile di pensare solo al risultato", ha spiegato in una intervista a Gazzetta, "È deprimente innanzitutto per questi ragazzi di 14,15 o 16 anni che assistono a questi episodi. Loro devono fare il proprio percorso e, quindi, innanzitutto divertirsi facendo attività fisica. Un messaggio questo che devono trasmettere in primis i genitori che, invece, spesso ci vedono come nemici", ha aggiunto Capobianco.

Il comunicato dell'US Avellino 1912

Anche la società irpina ha preso immediatamente le distanze dell'accaduto, con una nota ufficiale dopo i fatti di Venticano:

L‘Us Avellino 1912 condanna fermamente gli episodi di violenza avvenuti, nelle ultime 48 ore, nei confronti di tesserati e dirigenti.
Il club manifesta piena solidarietà nei confronti di Giuliano Capobianco, responsabile del settore giovanile YOUTH, per le continue minacce e tentate aggressioni subite in questi mesi da parte di genitori che, senza alcun contegno e con modi alquanto discutibili, lamentano lo scarso impiego dei propri figli.
La società prenderà provvedimenti nei confronti dei tesserati coinvolti, malgrado l’indiretta responsabilità degli interessati, e, nel contempo, le persone vittime di tali episodi di violenza sporgeranno denuncia presso le autorità competenti.

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