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L'arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio UNESCO

Storia della Pizza: Google onora Napoli. Ma infila anche l’ananas fra gli ingredienti

Il Doodle di Google di oggi, lunedì 6 dicembre, è dedicato alla pizza e alla sua storia. Non solo Margherita: la pizza è un piatto globale e Google celebra tutte le sue varianti.
A cura di Valerio Papadia
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Accedendo a Google oggi, lunedì 6 dicembre 2021, non si può non notare il Doodle che il colosso del web ha voluto dedicare alla pizza. Si tratta in realtà di un vero e proprio mini-game in cui bisogna tagliare diverse tipologie di pizza per garantire ad ognuno dei commensali la sua fetta. Si comincia, naturalmente, con la Margherita, la pizza napoletana per eccellenza e della quale si può conoscere anche la storia, cliccando sul link apposito che rimanda ai risultati di ricerca.

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Oltre alla Margherita, però, il Doodle di Google celebra diverse varietà di pizza, un piatto ormai globale, tra i più consumati, e anche copiati, al mondo. E proprio una delle varianti proposte dal mini-game, denominata "Hawaiiana", potrebbe far montare nuovamente la polemica, vista la presenza dell'ananas su questa tipologia di pizza. Come dicevamo, però, la pizza è talmente globalizzata che, a ragione, si è adattata a tutti i palati, in tutto il mondo: la pizza con l'ananas, poi, è stata sdoganata anche in Campania, visto che qualche anno fa il pizzaiolo Franco Pepe, patrone di Pepe in Grani a Caiazzo (Caserta) ha proposto la sua variante di pizza con l'ananas.

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La storia della pizza napoletana

Google, come detto, oggi celebra anche quella che è considerata la "regina" delle pizze, la Margherita, e non poteva essere altrimenti. Secondo la tradizione, questa pizza nacque proprio per la Regina Margherita di Savoia quando, nel giugno del 1889, il pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito volle omaggiarla con una pizza, appunto, che avesse al suo interno il tricolore italiano: il verde del basilico, il bianco della mozzarella e il rosso della salsa di pomodoro. La pizza napoletana, nei secoli, è diventata così di culto che, nel dicembre del 2017, l'Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell'umanità l'arte del pizzaiuolo napoletano.

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