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Spari in strada a Barra, ferito il nipote del boss Formicola

Proseguono le indagini della Squadra Mobile di Napoli sulla sparatoria avvenuta a Barra ieri, 21 luglio, in cui sono rimasti feriti due giovani. Uno è il nipote del boss di San Giovanni a Teduccio, indicato da un pentito come autore, insieme al fratello di un agguato del 2011 (entrambi assolti alla fine del processo). A giugno a San Giorgio a Cremano era stato ucciso il fratello del pentito.
A cura di Nico Falco
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Proseguono le indagini sulla sparatoria avvenuta ieri mattina a Barra, nell'area est di Napoli, nei pressi degli uffici del Giudice di Pace. Si sarebbe trattato di un agguato di stampo camorristico: i killer, in moto, sono entrati in azione in via Villa Romana, a pochi passi dal Lotto Zero, e hanno aperto il fuoco contro Marco Cozzolino, 30 anni, e Andrea Attanasio, 35 anni. Si studiano i profili criminali dei due, il contesto territoriale, gli equilibri di camorra e un possibile collegamento con un omicidio di giugno: a cadere sotto i colpi dei sicari, quel giorno, il fratello di un pentito che aveva indicato come killer uno dei feriti.

La sparatoria è avvenuta intorno alle 12.40, i due sono andati con mezzi propri in ospedale, dove sono stati entrambi ricoverati; il primo era stato centrato a una tibia e ha riportato una frattura, è stato sottoposto a intervento chirurgico; Attanasio è stato invece colpito all'addome e la pallottola è uscita dalla schiena, è ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli, agli ordini del dirigente Alfredo Fabbrocini. Durante i sopralluoghi i poliziotti hanno trovato cinque bossoli e una ogiva conficcata in un'automobile parcheggiata nelle vicinanze. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, ma tra le piste seguite dagli inquirenti, viste le modalità del raid, c'è quella della criminalità organizzata.

Attanasio, nipote del boss Ciro Formicola di San Giovanni a Teduccio e cognato del ras di San Giorgio a Cremano Vincenzo Troia, era stato condannato insieme al fratello Guseppe per l'omicidio del boss Ciro Ascione, ucciso il 10 gennaio del 2009 a San Giorgio a Cremano; la condanna all'ergastolo era stata annullata nel 2017, entrambi erano stati assolti. A tirare in ballo i due fratelli era stato il pentito Giovanni Gallo, che aveva raccontato di avere fatto da "specchiettista" per loro, ovvero di avere indicato la posizione della vittima per permettere al commando di fuoco di entrare in azione.

Il fratello di Gallo, Raffaele, è stato ucciso in un agguato il 16 giugno scorso a San Giorgio a Cremano (Napoli). Scarcerato da circa un anno e mezzo dopo 16 anni di reclusione e ritenuto vicino al clan Mazzarella, fu ammazzato in via Luca Giordano con una decina di proiettili, forse esplosi con una mitraglietta, mentre era in scooter. Per quell'omicidio l'ipotesi ritenuta più probabile è quella di un regolamento di conti per un tentativo di ritagliarsi un proprio spazio negli equilibri criminali della zona, ma la pista della vendetta trasversale, seppur ritenuta più debole, non è stata del tutto esclusa.

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