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“Sono dell’Antimafia” e chiede 30mila euro di tangente: arrestato finto poliziotto a Giugliano

Un pregiudicato e un architetto sono stati arrestati per truffa: avevano raggirato un imprenditore inventando una indagine della Dia a suo carico.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Si era presentato come un funzionario della Direzione Investigativa Antimafia, in grado di "aggiustare" l'indagine a suo carico per false fatturazioni. Sarebbe bastato pagare una tangente di quasi 30mila euro. Tutto naturalmente falso: a organizzare la truffa, ai danni di un imprenditore edile napoletano, erano stati un architetto e un pregiudicato suo complice, entrambi finiti in manette con l'accusa di truffa aggravata.

Le indagini, quelle vere, che hanno portato agli arresti sono state svolte dalla Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli Nord. Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle l'imprenditore edile era stato contattato dall'architetto, che conosceva per rapporti commerciali, e il professionista gli aveva detto dell'indagine a suo carico e gli aveva prospettato di alleggerire la sua posizione coinvolgendo un fantomatico "Comandante della Dia". Ai successivi incontri si era presentato quindi anche il complice, un disoccupato pregiudicato per reati di stupefacenti, che si era spacciato per il funzionario e aveva proposto il pagamento della tangente.

Per la consegna del denaro i tre si erano accordati per un incontro nel parco commerciale "Grande Sud" di Giugliano. Poco distante da loro, in appostamento, i militari della Guardia di Finanza. Non appena il denaro è stato incassato, è partita l'operazione: i finanzieri sono intervenuti e hanno recuperato la somma, 27.400 euro, e arrestato i due in flagranza. Da successivi accertamenti è stato appurato che il "comandante" non aveva nulla a che fare con l'Antimafia e nemmeno con la Polizia di Stato. Sono in corso indagini per individuare eventuali altre persone coinvolte nella truffa.

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