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Scontri a Napoli, decine di identificati dai filmati delle telecamere. Indaga anche l’antimafia

La Digos e la Dda stanno passando al setaccio le telecamere del centro di Napoli per identificare i manifestanti che hanno messo a ferro e fuoco Santa Lucia: si esaminano le immagini registrate sul luogo degli scontri, ma anche quelle delle strade da cui potrebbero essersi uniti al corteo, inizialmente pacifico. Già identificate decine di persone.
A cura di Nico Falco
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Le telecamere di via Orsini, via Cesario Console e via Santa Lucia, ma anche, e soprattutto, quelle di via San Carlo, via Depretis e fino a quelle del corso Umberto I, comprese anche quelle delle strade laterali, per costruire un enorme perimetro che comprende non solo il percorso dei manifestanti ma anche le vie di accesso. Una mole di immagini enorme, quella che in questi giorni stanno scandagliando gli inquirenti per ricostruire nomi, facce e "ruolo" di chi venerdì notte ha sfilato per la città, per scovare chi ha messo a ferro e fuoco Santa Lucia.

Si procede su più fronti: distinguere i "volti noti" dai commercianti e dai manifestanti pacifici, andare oltre cappelli, caschi e mascherine per identificare quei nomi da scrivere sul registro degli indagati: ipotesi principale, devastazione, a cui aggiungere anche violenza a pubblico ufficiale durante il deliberato assalto alle forze dell'ordine. La Digos e i carabinieri, coordinati dalla Procura di Napoli, stanno in queste ore esaminando le immagini registrate con particolare attenzione alle vie di accesso, quelle usate dai facinorosi per infiltrarsi nel corteo e far scoppiare le violenze.

Non solo i video dei momenti della protesta, ma anche quelli di parecchi minuti, di ore prima: potrebbero esserci stati dei sopralluoghi, per prepararsi e per nascondere le armi da usare nella serata. Al centro delle indagini un elenco da decine di nomi, sia sospetti e professionisti degli scontri di piazza, sia personaggi identificati con lo scorrere delle immagini, tra cui diversi pregiudicati.

E alle indagini partecipa anche la Dda, per scoprire se alla devastazione ha preso parte, e in che misura, anche la criminalità organizzata. Che gli scontri non fossero partiti spontaneamente e all'improvviso è evidente: assalto organizzato e coordinato, decine di motorini schierati per rallentare l'intervento delle forze dell'ordine, bombe carta e razzi chiaramente preparati in precedenza. Ora l'obiettivo è capire quanto questa regia fosse estesa e, soprattutto, chi era coinvolto e chi tirava i fili.

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