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Il santuario di San Gerardo Maiella, il santo delle mamme e dei bambini, a Materdomini

A Materdomini di Caposele nella provincia di Avellino, sorge il Santuario di San Gerardo Maiella, il Santo protettore delle mamme e dei bambini. All’interno del luogo di culto particolarmente frequentata dai fedeli è la Sala dei Fiocchi, una stanza le cui pareti e persino il soffitto sono ricoperti da migliaia di fiocchi che le coppie hanno donato al santuario in segno di ringraziamento per l’aiuto mostrato dal santo.
A cura di Redazione Napoli
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A Materdomini di Caposele, Irpinia, provincia di Avellino, sorge il Santuario dedicato a San Gerardo Maiella, il Santo protettore delle mamme e dei bambini. Infatti, la zona più visitata del tempio a lui dedicato è la Sala dei Fiocchi, una stanza le cui pareti e persino il soffitto sono ricoperti da migliaia di fiocchi che le coppie hanno donato al santuario in segno di ringraziamento per l'aiuto mostrato dal santo.

La storia del Santuario di San Gerardo

Secondo le notizie più antiche, il Santuario risale al 1200, quando tra i beni dell'arcidiocesi di Conza è menzionata anche la chiesa Sancta Maria de Silere, ovvero Santa Maria del Sele. Esistono due leggende in merito agli albori della chiesa, una vuole che essa sia stata ritrovata da alcuni pastori nel bosco, l'altra invece che sia apparsa con l'appellativo di Mater Domini, su un sambuco a dei contadini, ai quali chiese che proprio in quel luogo venisse edificata una cappella in suo onore. La nuova costruzione innalzata dopo il terribile sisma del 1980 è stata inaugurata il 20 aprile del 2000 e custodisce il corpo di San Gerardo Maiella, ai piedi del presbiterio. La statua del santo, rimasta integra nonostante i crolli provocati dal terremoto, è oggi conservata nella nuova struttura e è opera dello scultore Lebbro.

All'interno del convento, nell'ultimo tratto del lungo corridoio è stata ricostruita la stanza dove San Gerardo abitò durante la sua permanenza a Materdomini. È stata addobbata con suppellettili antiche e con pavimenti del ‘700 e sull'architrave della porta vi è scritto "Qui si fa la volontà di Dio come vuole e per quanto vuole Dio", esattamente come il Santo aveva fatto scrivere durante la sua ultima malattia. Molto suggestive sono anche vetrate poste all'interno del convento e che narrano i momenti salienti della vita di uno dei santi più venerati nel meridione d'Italia.

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