Sangiuliano entra, Nonno resta fuori: tensioni in Fratelli d’Italia dopo le Elezioni in Campania

Fratelli d'Italia raddoppia la sua percentuale di votanti in Campania dal 2020 a oggi, passando dal 5,97% (140.916 preferenze) all'11,93% (239.733 preferenze) e da 4 a 6 consiglieri regionali, col candidato presidente che è di Fdi. Entrano fra gli altri Ira Fele, moglie dell'ex coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia a Napoli, il deputato Michele Schiano, Raffaele Pisacane, consigliere uscente. Entra Gennaro Sangiuliano, già ministro della Cultura: il capolista di Fratelli d'Italia a Napoli è secondo fra gli eletti, con 9.902 preferenze ed è questa la novità che spariglia e al tempo stesso porta tensioni nel partito di Giorgia Meloni a Napoli.
Partiamo da com'è iniziata. Sangiuliano, dimessosi dal governo dopo lo scandalo con Maria Rosaria Boccia, era tornato in Rai, alla guida dell'ufficio di corrispondenza giornalistica da Parigi. Pochi mesi e poi la decisione, clamorosa, di gettarsi nella mischia alle Elezioni Regionali in Campania, attirando le ire del sindacato dei giornalisti Usigrai «La Rai non è una porta girevole per la politica».
Quando è arrivato come capolista di Fratelli d'Italia, "benedetto" da Giorgia e Arianna Meloni, da Francesco Lollobrigida e da tutti i notabili Fdi, "Genny" ha fatto subito partire una massiccia campagna di presenza nelle tv nazionali, superando perfino il candidato presidente Edmondo Cirielli, nient'affatto contento di quest'onnipresenza dell'ex ministro.
In campagna elettorale è andata così, tra frizzi e lazzi, con il cappellino «Make Naples Great Again» alla Donald Trump e la fuga dalle domande su Boccia. Al momento del voto, però il capolista ha mostrato la debolezza del "calato dall'alto" senza legami col territorio, quindi elettoralmente parlando il suo è stato un flop di successo. I suoi quasi 10mila voti lo collocano al secondo posto nella lista degli eletti Fdi, sono a 5mila voti di distacco dalla prima degli eletti, Ira Fele (14.788 preferenze) e ad appena 300 preferenze dal primo dei non eletti. Così è la politica con le preferenze: spietata, una lotta all'ultimo voto. Genny ringrazia e porta a casa: «Un grazie di cuore a tutte le persone che mi hanno sostenuto – dice -. Il mio impegno quotidiano in Consiglio Regionale sarà sempre quello di garantire il meglio per i cittadini della Campania. Non vi deluderò».
Ora Sangiuliano punta a fare il capo dell'opposizione di centrodestra: il candidato presidente Edmondo Cirielli, sempre di Fratelli d'Italia, andrà via per ritornare a fare il viceministro agli Esteri. E Sangiuliano vorrebbe guidare la pattuglia di centrodestra, ma con quale "forza"? Non quella dei voti né quella dell'autorevolezza nell'Aula.
Di certo un deluso c'è e fa rumore. È Marco Nonno, il "duro e puro" di Fratelli d'Italia a Napoli, che non ha mai fatto mistero delle sue nostalgie del Ventennio. Con 9.605 voti, per lui non scatta il seggio, è il primo dei non eletti nella circoscrizione di Napoli per un pugno di voti, un centinaio (è possibile che chieda il riconteggio).
Uno schiaffo, un capovolgimento di fronte nel giro di nemmeno un mese per un consigliere regionale uscente che teneva anche le redini del coordinamento provinciale napoletano di Fdi. Siccome era candidato, Meloni ha infatti preferito affidare il partito napoletano nelle mani di un commissario, ovvero Marta Schifone, fedelissima dei vertici meloniani. Nonno ha tenuto in mano il partito a Napoli con la forza del suo consenso, che ora clamorosamente viene a mancare. E qualcuno tra i suoi fedelissimi imputa la débâcle proprio a Sangiuliano, per il quale si sono spesi tutti i maggiorenti del partito di destra, "dimenticando" il supporto ai portatori di voti come il politico di Pianura.