Regionali, Sangiuliano capolista Fdi in Campania fa innervosire Cirielli. L’ex ministro sogna di guidare l’opposizione

Gennaro Sangiuliano ha sempre un piano. Ora che la sua candidatura da capolista in Fratelli d'Italia alle Elezioni Regionali in Campania è stata annunciata in pompa magna, il principio di azione e reazione propone un sommovimento. Ma non a sinistra, dove anzi viene considerato un facile bersaglio da attaccare quando la campagna elettorale sarà davvero calda. L'ex ministro alla Cultura del governo Meloni oggi è visto con preoccupazione nella cerchia del candidato presidente del centrodestra Edmondo Cirielli. Qualcuno ha già coniato la crasi «Sangiulione» con tanto di immagine realizzata con l'intelligenza artificiale.
Nell'intervista odierna al Corriere della Sera Sangiuliano ha dipinto la sua candidatura come un «invito arrivato dai vertici di Fdi», facendo indispettire il generale dei carabinieri e viceministro agli Esteri. Cui non sarebbe piaciuta nemmeno la sfilza di «persone amiche» citate a sostegno della sua "discesa in campo" in Campania: Giovanni Donzelli, Ignazio La Russa, Arianna Meloni e perfino Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli.
Il tema su cui ragionano in parte del centrodestra, riferito da fonti a Fanpage, è il seguente: una candidatura arrivata molto tardi e su cui al momento c'è un gran lavoro sul fronte comunicazione, quella di Edmondo Cirielli, può sopportare oltre ai sondaggi sfavorevoli, oltre la corsa contro il tempo, anche un candidato che si rende così "ingombrante" mediaticamente e al tempo stesso non garantisce chissà quale apporto di voti dal territorio?
Ciò che preoccupa il centrodestra quando si parla di Sangiuliano
Ci sono poi altri aspetti collaterali, ugualmente preoccupanti, in una campagna tutta in salita (anche se Fulvio Martusciello parla di sondaggi elettorali in Campania che mostrano «appena 3 punti di distacco»).
Il primo riguarda le polemiche che l'ex ministro si porta dietro, quelle del posto che lascia in Rai, alla guida dell'ufficio di corrispondenza da Parigi. Usigrai, il maggior sindacato dei giornalisti in via Teulada, lo attacca: «Dopo aver giocato per settimane a nascondino su una possibile candidatura alle prossime elezioni regionali in Campania, Sangiuliano ha annunciato sui giornali il suo ritorno in politica. In gioco però non c’era la legittima scelta di candidarsi, ma, ancora una volta, la credibilità della Rai, usata come un tram che lo porti dove gli pare».
Giornalisti noti come Gad Lerner ironizzano sui social: «Prevedo molti voti di preferenza per Sangiuliano che si sottopone al giudizio degli elettori campani. La sua candidatura rivela che i comportamenti inappropriati, quando sfociano nel ridicolo, vengono considerati una forma di talento. Oggi il grottesco piace in politica». "Genny" replica a stretto giro: «Sono in aspettativa elettorale non da oggi, ma già da una decina di giorni, come prevede la legge».
Poi c'è il cosiddetto «elefante nella stanza», ciò di cui nel centrodestra non si parla ma che ovviamente preoccupa tutti: Maria Rosaria Boccia, la donna che ha avuto una relazione con Sangiuliano, relazione che ha determinato le dimissioni del politico napoletano dal dicastero della Cultura, è anch'ella candidata, nella lista "Dimensione Bandecchi" che fa riferimento al sindaco di Terni e fondatore dell'università telematica "Niccolò Cusano" Stefano Bandecchi.
Basterebbe che i due si incrociassero in campagna elettorale, in un dibattito, in una piazza o perfino sui giornali, per far scattare un effetto-domino che ovviamente darebbe problemi a Cirielli.
Ma Gennaro Sangiuliano, come si diceva all'inizio, ha sempre un piano. È di "tenere botta" fino al 24 novembre, quando si chiuderanno le urne elettorali. Dopodiché – questo è il ragionamento – se i sondaggi dovessero confermarsi e Roberto Fico dovesse vincere, Cirielli tornerebbe a fare il viceministro degli Esteri e lui sarebbe il capo dell'opposizione in Consiglio regionale. Una risalita lenta ma costante per arrivare alle Elezioni Comunali a Napoli. E se invece Cirielli dovesse diventare a sorpresa governatore della Campania egli, da capolista, direbbe che «l'effetto Sangiuliano» è stato positivo e chiederebbe un posto in giunta. Magari proprio alla Cultura.