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Rimosse le lapidi per i boss a Napoli: via anche quella di Gaetano Todisco “o’ ninno”

Rimosse due lapidi dalle strade di Napoli dedicate ai boss: una era quella per Gaetano Tudisco, detto ‘o ninno, morto lo scorso agosto in un incidente e che si trovava a Secondigliano. L’altra è quella per Luigi Di Napoli, deceduto nel 1989 e che si trovava sul corso Vittorio Emanuele, in pieno centro.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Altre due lapidi per i boss sono state rimosse dalle strade di Napoli nella mattinata di oggi: una di queste era quella per Gaetano Todisco, considerato un fedelissimo del clan Di Lauro e scomparso la scorsa estate. L'operazione, fortemente voluta dal Comune di Napoli, è stata effettuata dall'amministrazione comunale assieme alle forze dell'ordine. I due interventi sono avvenuti al Corso Vittorio Emanuele, in pieno centro cittadino, ed a Secondigliano, nella periferia settentrionale del capoluogo partenopeo. "Il programma di interventi", ha spiegato una nota della Prefettura, "proseguirà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, con la finalità di ripristinare il rispetto della legalità con la progressiva rimozione di manufatti o altri simboli che insistono abusivamente sulla pubblica via, ferma restando l'eventuale sussistenza di specifici reati".

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In quest'ultimo quartiere ad essere rimossa è stata la lapide di Gaetano Todisco, detto ‘o ninno, fedelissimo del clan Di Lauro ed in particolare di Marco (detto F4, perché quarto figlio del boss Paolo). Todisco era deceduto lo scorso 28 agosto, in seguito ad un violento incidente stradale nel Rione dei Fiori, su via Misteri di Parigi. La sua lapide commemorativa era stata posta al civico 95 di via Gerusalemme Liberata, sul muro perimetrale della Caserma dell'Esercito "Luigi Bichelli", nel cuore di Secondigliano. L'altra lapide è invece stata rimossa dal corso Vittorio Emanule, all'altezza del civico 638: era una lapide in marmo posto su un muro adiacente un marciapiede pubblico ed era dedicato a Luigi Di Napoli, pregiudicato affiliato al clan Saltalamacchia.

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