Rider rapinato a Napoli, fermo per 2 dei sospettati: si sono consegnati a causa del video
Devono rispondere, in concorso, della rapina ai danni del rider, ma anche di ricettazione per uno degli scooter che hanno usato per il raid, risultato essere stato rapinato il giorno prima: il Tribunale dei Minori ha emesso il decreto di fermo per 2 dei 6 presunti responsabili dell'aggressione a Gianni Lanciato, il 50enne accerchiato da una banda di giovanissimi nella notte tra il 1 e il 2 gennaio in Calata Capodichino, nel centro di Napoli. I due si sarebbero consegnati alle forze dell'ordine in seguito alla diffusione del video, essendosi riconosciuti in quelle immagini, ma hanno fornito versioni discordanti. Per altri due il provvedimento analogo sarebbe già pronto e in attesa di firma, mentre per gli ultimi due, maggiorenni, per il momento non sono stati ancora emessi provvedimenti restrittivi.
Tra i sei sospettati, tutti residenti tra i quartieri napoletani di Miano e Secondigliano, ci sono figli di pregiudicati che occuperebbero posizioni anche di vertice nel clan Di Lauro, egemone nel Rione dei Fiori, il cosiddetto Terzo Mondo di Secondigliano, area dove abitano alcuni dei giovani individuati nel corso delle indagini. I due destinatari del provvedimento, firmato dal pm della Procura per i Minori Nicola Ciccarelli, hanno entrambi 16 anni; il fermo è stato emesso perché gli inquirenti ritengono sussistente il pericolo di fuga.
Questa mattina sono stati portati dagli inquirenti anche gli altri 4 giovani ritenuti coinvolti nel raid, due sono minori e gli altri due poco più che maggiorenni. Secondo la ricostruzione i sei, le cui responsabilità individuali sono ancora in fase di attribuzione, hanno minacciato il rider con un coltello e una pistola oltre a picchiarlo per sottrargli lo scooter. Gli agenti del commissariato di Secondigliano e quelli della Squadra Mobile hanno identificato i due scooter utilizzati: uno era provento di rapina, l'altro era intestato a un pregiudicato per rapina. I due sedicenni si sarebbero consegnati alla Polizia dopo essersi riconosciuti nel video ma avrebbero fornito versioni contrastanti; uno avrebbe ammesso le responsabilità relativamente ai fatti innegabili, quelli visti anche nel video, mentre l'altro avrebbe affermato di non conoscere gli altri del gruppo, versione ritenuta non credibile. Sono stati rinchiusi nel centro di Prima Accoglienza dei Colli Aminei.