Regione Campania, si apre il nuovo ciclo guidato da Fico. Giunta: incertezze per Verdi, Mastella e Socialisti

Dei 16 Presidenti della Camera dal 1948 ad oggi Roberto Fico è il primo che dopo Montecitorio entra in una Assemblea legislativa regionale in qualità di presidente della giunta. Accade oggi, 9 dicembre 2025, giorno della proclamazione alla Corte d'Appello del 52enne napoletano, esponente del Movimento Cinque Stelle, forte di oltre il 60% dei consensi alle elezioni regionali del 23 e 24 novembre scorso. «Non nascondo l'emozione. Lavoreremo con il massimo impegno e senso di responsabilità per la nostra comunità» dice a mezzo social il nuovo governatore che arriva dopo quindici anni in cui nel centrosinistra si è parlato solo di Vincenzo De Luca (un'elezione persa contro Stefano Caldoro, due vinte, quindi dieci anni ininterrotti di governo deluchiano).
Ora il calendario dicembrino di Fico assume tutta un'altra cadenza: la prossima settimana si proclamano i 50 consiglieri regionali, entro il 15-20 dicembre i nomi della nuova giunta ed entro fine anno, al massimo inizi gennaio 2026, la prima seduta del Consiglio regionale.
Il quadro della nuova giunta regionale della Campania
Il tormentone è la giunta. Dopo dieci anni in cui De Luca si è sostanzialmente limitato a comunicare alle forze politiche di maggioranza i nomi scelti, stavolta i partiti hanno un grosso ruolo, poiché l'elezione di Fico è stata molto più politica e partecipata. Al tempo stesso, inutile negarlo, egli ha molto meno margine di manovra rispetto al suo predecessore: deve scendere a patti, almeno coi grandi nomi che gli hanno consentito questo risultato elettorale. Dunque giunta senza consiglieri eletti né trombati, ma fortemente politica. Ok nel Pd Mario Casillo vicepresidente (e possibile delega ai Trasporti) , si va verso l'ok anche per Enzo Cuomo, sindaco di Portici anche se lì ci sarebbe da assicurarsi che le future elezioni Amministrative si svolgano con un candidato del campo largo, mentre Cuomo col M5s di Portici ha pessimi rapporti. Per il Welfare si parla di Anna Riccardi, presidente della fondazione "Famiglia di Maria" di San Giovanni a Teduccio, considerata del Pd, perché Fico vuole una donna, ma anche di Andrea Morniroli di Dedalus. La delega alla Sanità resterà nelle mani del governatore, almeno per ora.
Paolo Siani, medico, ex deputato Pd, testimone della lotta per la legalità (è il fratello di Giancarlo Siani, giornalista vittima di camorra 4o anni fa). Movimento Cinque Stelle, i nomi sono sempre Ciro Borriello, la parlamentare Gilda Sportiello, l'irpino Gerardo Capozza e Alfonso Pecoraro Scanio, una lunga carriera iniziata nella Prima Repubblica (assessore, deputato, ministro) che da tempo gravita nell'orbita di Giuseppe Conte. Laura Valente, forte del lavoro svolto con "Napoli 2500" potrebbe andare alla Cultura, ma in quale quota di una giunta che lo stesso segretario Pd Campania Piero De Luca ha definito «politica»?
I problemi sono coi partiti più piccoli del campo largo. Nei Verdi – scelgono loro l'assessore di Avs, non Sinistra Italiana – c'è Fiorella Zabatta che sta spingendo tantissimo. Ma rinuncerebbe ad un collegio alle Politiche 2027. Di recente si sente fare anche il nome di Maria Luisa Iavarone, docente molto esposta pubblicamente, madre del ragazzo accoltellato da una baby gang in via Foria a dicembre 2017 e già candidata coi Verdi in passato. In "Casa Riformista" crescono le quotazioni dell’ex deputata Angelica Saggese, possibile opzione insieme a Tommaso Pellegrino. I Socialisti hanno sempre fatto un solo nome: Enzo Maraio, sperando che passi. Ma non è detto. Area De Luca: Fulvio Bonavitacola, Lucia Fortini, Luca Cascone, tutta gente che Fico non vuole, sia perché alcuni di loro sono eletti (Fortini e Cascone) sia per la vicinanza a De Luca (Bonavitacola). Se proprio l'ex presidente vuole tracciare una continuità, scelga Ettore Cinque e resterà al Bilancio, così si sente dire in queste ore.
Il caso Mastella che indispettisce Fico
Poi c'è il caso Clemente Mastella. Da quando c'è l'elezione diretta del Presidente della Regione Campania (ma pure da prima) qualsiasi coalizione di maggioranza ha dovuto fare i conti con l'uomo di Ceppaloni, rabdomante del potere, capace non solo di collocarsi nella squadra vincente, ma anche di fare risultati importanti in un'area che monopolizza, quella del Beneventano.
Mastella è un osso durissimo, nelle trattative politiche è sfiancante. Ma da qualche giorno il suo iperattivismo, tra interviste e dichiarazioni varie sta indispettendo non solo Fico ma anche quegli esponenti Pd e Cinque Stelle, convinti che quell'epoca del "centro ago della bilancia" sia finita. Tanto più che i giornali di area centrodestra stanno sguazzando nelle polemiche innescate dal sindaco di Benevento che vorrebbe piazzare il figlio, Pellegrino Mastella, a Palazzo Santa Lucia: «Ha avuto 14mila voti, a Benevento città siamo arrivati al 27%». Per ora la prole di Mastella resta in Aula, nessuna promozione in giunta.