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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito Cittadinanza sospeso, a Napoli vertice per capire chi può riaverlo

Vertice tra Centri per l’Impiego e Servizi sociali comunali per definire le procedure e valutare chi, tra gli ‘occupabili’, ha ancora diritto per fragilità sociale.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Caos a Napoli sulla sospensione del Reddito di Cittadinanza ad alcuni beneficiari per il mese di agosto. Sulla possibilità di riattivazione del contributo per questioni di "fragilità sociale" è scontro, però, sulle competenze tra i Centri per l'Impiego, gestiti dalla Regione Campania, e i servizi sociali, afferenti al Comune.

Scontro di competenze tra CPI e Servizi Sociali

Ieri, i CPI hanno comunicato che non spetta a loro “il compito di segnalare ai Comuni quanti, nel novero dei cosiddetti "occupabili" beneficiari del RdC, presentino situazioni di particolare disagio per la conseguente presa in carico da parte dei Servizi sociali dei Comuni”. Compito che toccherebbe, invece, secondo loro, ai “Servizi Sociali”, che dovrebbero “individuare attraverso un’analisi preliminare prima, e multidimensionale poi, eventuali esigenze di prese in carico ai fini dell’attivazione di percorsi individuali di sostegno”.

Ma il Comune di Napoli non è dello stesso avviso. “I Centri per l'impiego della Campania – afferma oggi l'assessore al Welfare, Luca Trapanese – hanno comunicato, attraverso un volantino affisso presso le loro sedi, di non avere il compito di segnalare ai Comuni quanti – fra i cosiddetti "occupabili" beneficiari del RdC – si trovino in condizioni di particolare disagio per la conseguente presa in carico da parte dei Servizi sociali”.

Ma aggiunge:

“È necessario ribadire con forza però, che nemmeno i Servizi Sociali sono autorizzati e tantomeno hanno gli strumenti per valutare chi, tra gli ‘occupabili’, ha ancora diritto al reddito di cittadinanza per questioni di fragilità sociale. Il Ministero non ha ancora fornito ai Comuni le linee guida per la definizione delle fragilità per i cosiddetti "occupabili". Nel clima di confusione e conseguente tensione sociale che si sta creando si rischia di mettere in serio pericolo l'incolumità degli assistenti sociali che, in questo specifico caso, non dispongono degli strumenti necessari per attivare la procedura. È necessario avere senso di responsabilità, sia per i cittadini che per chi lavora per il bene comune, per questo rinnovo l’invito a non recarsi presso le sedi dei servizi sociali e ad attendere maggiori chiarimenti dal Governo che, ci auguriamo, arrivino nei prossimi giorni. Oggi stesso avremo una riunione con i Centri per l'Impiego della Regione Campania e l’Inps per fare chiarezza sulle procedure”.

Il sindaco: “Il problema non è solo del Sud”

Su chi debba fare cosa, insomma, ci sono ancora molti dubbi. Domani, intanto, a Napoli, è prevista una manifestazione dei percettori a Porta Capuana. Il sindaco Gaetano Manfredi, intanto, ribadisce che il problema non è solo del Mezzogiorno:

“Non penso sia un tema del Sud, il tema è la questione sociale che esiste in Italia e che dal mio punto di vista va affrontato perché la coesione sociale è il primo fattore di crescita economica. La rimodulazione del reddito di cittadinanza colpisce il Sud – ha detto il sindaco – ma non solo perché se vediamo i numeri ci rendiamo conto che Roma ne ha di quasi equivalenti e anche Milano ha numeri importanti. La povertà è ovunque e anzi al Nord dove il costo della vita è più alto i limiti di reddito si fanno sentire di più”.

Ricci (Cgil): “Centri per impiego e servizi sociali nel caos”

Sulla vicenda interviene il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, che a Uno Mattina Estate dice:

“Al mese di giugno 2023, a Napoli erano 133mila i nuclei familiari che beneficiavano del reddito di cittadinanza. A fine anno, quindi, ci ritroveremo con 360mila persone che non avranno più un sostegno economico. Già sette mesi prima dell’avvio della procedura di cancellazione del reddito di cittadinanza tutti sapevano, ma i Centri per l’impiego non si sono fatti trovare pronti ad intrecciare offerta e domanda di lavoro, lasciando da soli Comuni e Inps”.

Poi aggiunge:

“Anche domani a Napoli ci saranno nuove manifestazioni di protesta e di fronte a tutto ciò serve senso di responsabilità da parte di tutti. Se non si fa un’operazione di chiarezza e verità e si mettono Inps e Centri per l’impiego nella possibilità di dare risposte a queste persone, non si farà altro che gettare benzina sul fuoco. Responsabilmente tutti i soggetti in campo, a partire dai sindacati, non possono consentirlo”.

E conclude:

"A Napoli il reddito di cittadinanza ha compensato anche salari legati a lavori di poche ore, seppure in trasparenza. Vedersi ridurre della metà il sostegno, da 700 a 350 euro, senza una prospettiva di occupabilità e per appena 10 mesi non serve a nulla. Soprattutto se la platea è composta anche da over 55". "In un sistema di politiche attive del lavoro – ha continuano Ricci – bisogna programmare le scadenze. C’è una parte di Italia che non può stare al passo con questa riforma, che riteniamo sbagliata, per questo abbiamo chiesto almeno 7 mesi di proroga. E poi c’è un problema di banche dati che non comunicano. L’incrocio tra domanda e offerta non ci può essere in queste condizioni. Per accedere a questa nuova misura – ha concluso Ricci – bisognerà sostenere dei colloqui che vanno dai 40 ai 50 minuti, quindi immaginiamo cosa succederà negli uffici dei centri per l’impiego e dei servizi sociali, che sono da tempo alle prese con carenza di personale".

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