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È morta Patrizia Petrone, rapinata in via Salvator Rosa 7 mesi fa. La donna cadde e si ferì gravemente

La 64enne, titolare della Antica Pizzeria Gianni e Genny di piazza Mazzini, è deceduta all’Ospedale del Mare.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Non c'è l'ha fatta Patrizia Petrone, la 64enne, titolare della Antica Pizzeria Gianni e Genny di piazza Mazzini. La donna era stata vittima di una rapina in via Salvator Rosa il 17 luglio del 2021. Mentre viaggiava su uno scooter guidato da una parente, due giovani di 19 e 16 anni si affiancarono in sella ad un altro motorino, con l'intento di rapinare le due donne del loro veicolo. Patrizia cadde sull'asfalto, ferendosi gravemente alla testa. Ricoverata al Cardarelli, fu poi trasferita all'Ospedale del Mare, dove per 7 mesi ha lottato per la vita. Purtroppo, stamattina si è arresa. I funerali si terranno domani, venerdì 25 febbraio 2022, alle ore 10,30 nella chiesa della Cesarea. Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, di Europa Verde: “In primo grado condannato a solo 7 anni il 19enne.Chiediamo pene molto più severe quando ci sarà il secondo grado di giudizio”.

Borrelli: "Servono condanne più severe"

“La Squadra mobile di Napoli – ricorda Borrelli – eseguì pochi giorni dopo due decreti di fermo emessi dalla Procura di Napoli e dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Napoli rispettivamente nei confronti di un 19enne con precedenti di polizia, e di un 16enne. Le indagini, condotte attraverso l'analisi dei sistemi di videosorveglianza, gli accertamenti sulle targhe rilevate e l'ascolto di testimoni, consentirono di risalire ai responsabili, nonché di trovare e sequestrare il veicolo e l'arma, rivelatasi una pistola replica priva di tappo rosso, utilizzati per commettere il delitto. Il 19enne fu portato nel carcere di Poggioreale mentre il 16enne fu portato al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei".

“Patrizia Petrone – conclude Borrelli – non si è ripresa più da quella notte. La famiglia si era rivolta a noi per lanciare un grido di dolore e giustizia affinché la pena fosse proporzionata al reato commesso. Noi chiediamo il massimo della severità nel secondo grado di giudizio contro questi delinquenti che hanno rovinato la vita a una famiglia di persone lavoratrici e oneste. 7 anni sono troppo pochi per la vita di una persona”.

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