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Ragazzi picchiati ai Quartieri Spagnoli, la vittima: “Ma quale pipì? Volevano soldi per un vaso rotto”

Uno dei ragazzi pestati la notte del 31 maggio ai Quartieri Spagnoli, contattato da Fanpage.it, smentisce la versione della “punizione” per avere fatto pipì su un muro. Mentre stavano tornando a casa, racconta, una donna ha accusato un suo amico di avere rotto un vaso e pretendeva 150 euro di risarcimenti; al rifiuto sarebbe scattata l’aggressione in un vicolo vicino.
A cura di Nico Falco
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"Ma quale pipì? Non è vero niente: ci hanno accusato di avere rotto un vaso, volevano 150 euro come risarcimento. Ci siamo rifiutati e ci hanno picchiato". A parlare è Emanuele R., uno dei ragazzi picchiati da un gruppo di una trentina di persone nella notte del 31 maggio ai Quartieri Spagnoli, nel centro di Napoli. La versione che si era diffusa è che il gruppetto fosse stato "punito" per aver urinato su un muro, ma il giovane ci tiene a precisare: "Noi non avevamo fatto nulla. Mi sembrava un pretesto come per la truffa dello specchietto".

La vicenda è quella già nota: due giovani barbaramente pestati in vico Lungo Gelso da un gruppo di persone e finiti in ospedale, Emanuele in prognosi riservata per politrauma e l'amico, Gennaro R., con trauma cranico e alla mano, prognosi di 7 giorni. Indagini dei carabinieri di Bagnoli, che stanno cercando di ricostruire la dinamica, dare un volto agli aggressori e capire anche se alla base c'è stata veramente la questione della pipì sul muro, particolare che Emanuele smentisce raccontando una versione totalmente diversa.

"Eravamo in cinque, da poco avevamo lasciato un locale dei Quartieri Spagnoli e stavamo tornando verso l'automobile – spiega il ragazzo a Fanpage.it – mentre stavamo camminando una donna ha accusato uno dei miei amici di avere rotto un vaso con una spalla. Avevamo bevuto qualche bicchiere, è vero, ma io ero lì e ho visto che non l'aveva nemmeno toccato. La signora si è fatta dare 50 euro, ma ne voleva altri 100. Le ho detto che era un danno di poco conto, che non era il caso di farsi dare soldi da un ragazzo. Alla donna si sono aggiunti altri due o tre ragazzini. E, nel vicoletto stretto lì vicino, ci hanno raggiunti in 20 persone, tra i 20 e i 30 anni, e hanno iniziato a prendere a calci e a pugni i miei amici. Io mi trovavo alle spalle, ho cercato di difenderli ma mi hanno spinto a terra e uno mi ha fatto vedere un coltello. A quel punto siamo scappati".

I ragazzi sono quindi fuggiti verso l'automobile e sono tornati verso Pianura; Gennaro ed Emanuele sono stati accompagnati al Pronto Soccorso dell'ospedale San Paolo e gli amici sono andati a prendere la madre del ragazzo che, avendo saputo dell'aggressione, era preoccupata. Ieri Emanuele è stato dimesso, la tac ha evidenziato che, nonostante le botte prese, le sue condizioni di salute non destano preoccupazione. "Io non so da dove venga fuori questa storia della pipì – conclude il ragazzo a Fanpage.it – ma le cose non sono andate così: è nato tutto perché volevano farsi dare 150 euro dal mio amico, ed è quello che, appena sarà possibile, racconterò anche ai carabinieri".

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