Prove Invalsi 2025 in Campania: paritarie viste come diplomifici, forte distacco con le statali

In Campania uno studente su tre frequenta scuole paritarie e non statali, ma in questo caso il punteggio medio rispetto alla media nazionale crolla: se per le statali il distacco è di una manciata di punti, infatti, per le paritarie si fa decisamente marcato. I dati arrivano dai risultati delle prove Invalsi e sono raccolti nell'approfondimento di Roberto Ricci, presidente di Invalsi, che ha paragonato gli esiti del secondo ciclo di istruzione tra scuole statali e paritarie. E suggeriscono una ipotesi: in alcuni contesti la scelta della scuola paritaria non è collegata all'offerta formativa ma solo dalla necessità di arrivare al diploma.
Il distacco tra paritarie e statali in Campania
Per il confronto sono stati considerati i dati di quattro regioni e la relativa suddivisione della popolazione scolastica nell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado: Lombardia (89,5% statale, 10,5% paritaria), Lazio (88,7% statale, 11,3% paritaria), Campania (71,1% statale, 28,9% paritaria), Sicilia (94,1% statale, 5,9% paritaria).
La Campania è la regione con l'incidenza del settore paritario più alta d'Italia nell'ultimo anno della scuola secondaria e si registrano anche marcate divergenze rispetto alla media nazionale. Se in Italiano il punteggio medio è inferiore di tre punti rispetto alla media per le scuole statali, il distacco arriva a 41 punti considerando le paritarie (totale -14 rispetto alla media nazionale).
Scenario simile anche in Matematica (-5 rispetto alla media per le statali, -34 per le paritarie, -14 totale), per Inglese-Reading (-1 statali, -41 paritarie, -13 totale) e Inglese-Listening (-12 statali, -40 paritarie, -20 totale). Differenze marcate anche in Sicilia, va un po' meglio il Lazio. Situazione opposta, invece, in Lombardia, dove i punteggi sono tutti superiori alla media nazionale e la differenza tra paritaria e statale, seppur ancora esistente, non è così netta.
Sottolinea il presidente Ricci:
Se si confronta la distanza del punteggio medio complessivo della Campania rispetto alla media nazionale si ottengono risultati molto diversi se si considerano tutte le scuole o solo quelle statali. Tale fenomeno è invece molto meno rilevante nelle altre regioni.
Nel caso della Campania emergono quindi elementi che lasciano supporre l’esistenza di fenomeni di autoselezione e di specifiche dinamiche di scelta verso il canale paritario. Tali dinamiche sembrano concorrere alla concentrazione, all’interno di questo segmento scolastico, di una popolazione studentesca con livelli di apprendimento più bassi rispetto alla media regionale, contribuendo così ad ampliare il divario tra i due settori, ma soprattutto alla differenza con la media nazionale complessiva. La sola eccezione è rappresentata dalla prova di Inglese-ascolto dove anche i risultati della scuola statale sono sensibilmente meno soddisfacenti rispetto alla media nazionale.
La dispersione scolastica implicita
Per quanto concerne la dispersione scolastica implicita, i dati mostrano che il divario tra scuola statale e paritaria è contenuto in Lombardia (3,4% statale e 6,1% paritaria) ma è molto marcato nel Lazio (8,8% statale e 22,9% paritaria), in Campania (9,1% statale e 39,3% paritaria) e in Sicilia (11,1% statale e 29,1% paritaria). Evidenze che, sottolinea Ricci, sembrano confermare la presenza di dinamiche territoriali molto differenziate nella distribuzione e nella funzione delle scuole paritarie:
Mentre nel caso della Lombardia la scuola paritaria sembra rappresentare un’alternativa comparabile in termini di esiti e tenuta didattica, nelle altre regioni appare invece spesso associata a contesti caratterizzati da maggiore fragilità degli esiti, pur certamente non mancando anche in questi territori esempi di indubbia ed elevata qualità.
In sostanza, il concetto è che le scuole paritarie non vengano considerate come un'alternativa didattica ma come un modo per arrivare al "pezzo di carta" senza preoccuparsi effettivamente della formazione:
Il fenomeno di esiti molto bassi nelle scuole paritarie delle regioni del Centro-Sud prese in esame trova riscontro in dinamiche già acclarate nel recente passato in cui si è evidenziato che gli studenti e le loro famiglie in questi contesti territoriali cercano principalmente una via per conseguire un diploma e non una effettiva preparazione.