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Proteste a Secondigliano, si abbatte palazzo dopo 30 anni: sfollate 8 famiglie con 13 bambini

Verso l’abbattimento un edificio in via Cupa Area Nova. Nappi (Lega): “Subito una risposta agli sfollati dalle istituzioni. Serve un tavolo regionale”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Proteste questa mattina a Secondigliano, quartiere nord di Napoli, contro l'abbattimento di un palazzo dove vivono 8 famiglie con 13 bambini. Sul posto il consigliere regionale Severino Nappi, capogruppo della Lega: "a Secondigliano – dice – assistiamo ancora una volta a un esempio di legalità a giorni alterni. Otto famiglie con 13 bambini, costrette a lasciare la casa dopo 30 anni, sacrifici e ingenti spese perfino per una sanatoria avviata e non presa nella minima considerazione. Al Comune di Napoli, che negli anni ha incassato il denaro da parte di chi ha scelto di mettersi in regola a fronte di piccoli abusi di necessità, e che ora in nome della stessa legge, è costretto a vivere in strada, tocca dare una risposta agli sfollati. A cominciare da un tetto da mettere sopra le loro teste".

Nappi (Lega): "Palazzo da abbattere dopo 30 anni, ma sono abusi di necessità"

Lo stabile si trova in via Cupa Area Nova a Secondigliano. Nappi non ha dubbi: “Non si ferma la roulette degli abbattimenti per abitazioni che presentano abusi di necessità – afferma in una nota – L’ultimo atto si sta scrivendo a Secondigliano, dove otto famiglie con diversi minori, sono costrette a lasciare le case dopo averle abitate per 30 anni".

E aggiunge:

"In Campania, urge immediatamente l’apertura di un tavolo con tutte le forze politiche, che affronti con serietà e senza ipocrisie la questione nella sua complessità. Un tavolo che serva per chiarire, una volta per tutte, che esistono vicende profondamente differenti che non possono essere trattate allo stesso modo: non si possono mettere sullo stesso piano palazzinari senza scrupoli, costruzioni realizzate in aree a rischio idrogeologico o tutelate da vincoli paesaggistici, e padri di famiglia che, a costo di sacrifici e tanto denaro speso (pure per avviare iter di condono), hanno messo un tetto sulla testa dei loro figli e adesso, a distanza di decine di anni, si ritrovano per strada insieme ai propri familiari. Soprattutto la classe politica campana ha il dovere di chiarire al resto del Paese e al Parlamento come stanno davvero le cose e chiedere concordemente una soluzione”.

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