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Covid 19

Prof morta tre giorni dopo il vaccino Covid, domani incontro per i risultati dell’autopsia

Domani, gli avvocati della famiglia di Annamaria Mantile, la professoressa di 62 anni deceduta dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca contro il Covid, incontreranno i periti di parte per avere maggiori informazioni. L’ipotesi dopo l’autopsia è che Annamaria Mantile sia morta a causa di un infarto intestinale. Non ci sarebbe dunque correlazione tra il decesso e il vaccino.
A cura di Valerio Papadia
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Annamaria Mantile
Annamaria Mantile
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Si aspettano i risultati dell'autopsia effettuata sul corpo di Annamaria Mantile, la professoressa di 62 anni deceduta tre giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca contro il Coronavirus. Domani, come comunicato a Fanpage.it dal legale della famiglia, l'avvocato Marcello Severino, ci sarà l'incontro con i periti di parte che hanno assistito all'autopsia per avere tutte le informazioni emerse dall'esame, che dovrebbero chiarire una volta per tutte le cause precise del decesso della professoressa.

Oggi, alcuni organi di stampa, hanno ripotate indiscrezioni sui primi risultati dell'autopsia, secondo i quali Annamaria Mantile sarebbe deceduta a causa di un infarto intestinale: sarebbe stata esclusa, dunque, la correlazione tra la morte e l'inoculazione del vaccino contro il Covid, ma soltanto nei prossimi giorni, in questo senso, si avranno informazioni precise; il medico legale, infatti, non ha ancora depositato la relazione dell'autopsia e, come detto, soltanto domani i famigliari incontreranno i loro periti di parte.

Annamaria Mantile, insegnante di inglese all'istituto Cesare Pavese in via Domenico Fontana, all'Arenella, quartiere collinare di Napoli, ha cominciato ad accusare forti dolori addominali qualche ora dopo aver ricevuto l'iniezione, lo scorso 27 febbraio: la morte è sopraggiunta tre giorni dopo. Nell'inchiesta della Procura di Napoli, aperta per fare luce sulla vicenda, risultano indagati due medici: si tratta del medico di base dell'insegnante e del cardiologo che l'ha visitata lo scorso 2 marzo, il giorno in cui la 62enne è deceduta. Si tratta, come hanno fatto sapere i magistrati, di un atto dovuto, per consentire agli indagati di assistere all'autopsia.

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