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Prestiti a disoccupati e senzatetto con buste paga false, direttore di banca a capo della truffa

La Guardia di Finanza di Salerno ha scoperto una truffa sui finanziamenti a Bellizzi per oltre 800mila euro: a capo della banda c’era il direttore di una filiale di banca e due funzionari, i complici reclutavano i prestanome. In manette 9 persone, oltre 90 indagati. A denunciare le anomalie era stato lo stesso direttore, obbligato dopo la segnalazione della direzione centrale.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Le indagini erano partite con la denuncia del direttore della filiale della Bper di Bellizzi (Salerno), su segnalazione della direzione centrale, che si era accorta di quelle decine di finanziamenti che non venivano ripagati. Ma alla fine delle indagini in manette ci è finito anche lui, insieme a due funzionari: in totale 9 arrestati agli arresti domiciliari e oltre 90 indagati, per un giro di denaro di oltre 800mila euro. La banda è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Salerno, le accuse sono, a vario titolo, di truffa, riciclaggio, autoriciclaggio e mediazione creditizia abusiva.

Finanziamenti con documenti falsi

Epicentro della truffa era la filiale di Bellizzi della Bper. Era lì che si erano presentate decine di persone per chiedere un finanziamento, puntualmente ottenuto con a garanzia documentazione e buste paga. Per lo più i clienti arrivavano da altri comuni, anche da cinquanta e oltre chilometri di distanza. Totale erogato, oltre 800mila euro in tre mesi del 2018. Alla banca, però, erano state rimborsate rate per un decimo, circa 80mila euro. Il resto, scomparso: i clienti smettevano di pagare e i conti correnti venivano svuotati.

La direzione centrale si era accorta della situazione anomala e ne aveva parlato col direttore della filiale, che a quel punto si è visto costretto a sporgere denuncia e si è rivolto ai carabinieri. I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno hanno così esaminato le pratiche per il credito al consumo, quelle dei finanziamenti "easy", che vengono erogati in 24 ore, accertando che per la quasi totalità si trattava di prestiti concessi a clienti che, in condizioni normali, non avrebbero mai avuto accesso al credito: privi di fonte di reddito, talvolta senza fissa dimora, anche pregiudicati.

I finanzieri hanno così controllato l'iter delle pratiche, scoprendo che tutte erano passate per le stesse mani: quelle del direttore di banca e di altri due funzionari, che si occupavano di "sistemarle" con documenti falsi in modo che venissero accettate dalla piattaforma che gestisce l'erogazione del credito e che i finanziamenti andassero a buon fine. Di reclutare i prestanome si occupavano altri 5 complici, anche loro arrestati e ora ai domiciliari.

I soldi venivano spartiti tra gli organizzatori e le teste di legno, che mettevano a disposizione identità e conti correnti in cambio di qualche migliaia di euro, circa la metà di quanto erogato per il finanziamento. La Guardia di Finanza stima che i capi, nel giro dei tre mesi della truffa, abbiano incassato circa 350mila euro.

A capo della truffa il direttore di banca e due funzionari

La misura cautelare, emessa dal gip di Salerno, è stata eseguita dalla Guardia di Finanza questa mattina, 3 novembre. Arrestati e sottoposti ai domiciliari S. A., 46 anni direttore della filiale; N. F. e D. G. M., rispettivamente 59 e 57 anni, funzionari che all'epoca lavoravano nella stessa sede del direttore; R. G., 41 anni, M. M., 51 anni, C. D., 52 anni, I. M., 35 anni, e A. V., 69 anni, tutti residenti tra Salerno e provincia.

I prestanome, finiti nel registro degli indagati, provenivano dai comuni di residenza degli arrestati: Salerno, Eboli, Battipaglia, Montecorvino Pugliano e anche da  Castelnuovo Cilento, che da Bellizzi dista 60 chilometri; tra i "correntisti" anche alcune persone arrivate dalla provincia di Napoli. A. V., legale rappresentante di una società di comodo, è accusato anche di riciclaggio: ha simulato la vendita di un'automobile per giustificare il trasferimento di fondi e farne così perdere traccia.

I finanzieri hanno inoltre sottoposto circa 73mila euro a sequestro preventivo finalizzato alla confisca, che erano nelle disponibilità di 3 degli indagati, accusati anche di riciclaggio e autoriciclaggio.

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