Pizzo fino a 3mila euro alle ditte e ‘stese’ contro chi non pagava: 7 arresti nel clan Piccolo-Letizia a Caserta

Imponevano il pizzo agli imprenditori del Casertano, con richieste anche di 3mila euro. Ma se alle minacce non seguivano i pagamenti, le rappresaglie erano durissime, con "stese" a colpi di arma da fuoco contro le sedi delle aziende. Un sistema criminale fatto di violenza e terrore fermato dalla Squadra Mobile di Caserta, che stamattina ha eseguito 7 arresti, dei quali 3 in carcere e 4 ai domiciliari, per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto di arma clandestina e danneggiamento, nei confronti di cosiddette "nuove leve" del clan camorristico "Piccolo-Letizia". I malviventi operavano nella zona tra i comuni di Marcianise, Macerata Campania, Capodrise e altri paesi limitrofi, nel Casertano.
Minacciavano gli imprenditori per il pizzo
Oltre agli arresti, disposti su ordine del Gip del tribunale di Napoli, le forze dell'ordine hanno condotto anche numerose perquisizioni. Il blitz arriva al termine delle indagini della Dda di Napoli che ad aprile 2019 aveva già portato a 30 arresti tra gli appartenenti ai clan Piccolo-Letizia e clan Perreca. In quel caso erano stati colpiti i capi del clan Piccolo, cosca che si contrappone da decenni all'altro storico clan di Marcianise, i Belforte. In quella circostanza finirono agli arresti anche elementi del clan Perreca di Macerata Campania, alleato dei Piccolo.
L'indagine odierna ha consentito di ricostruire numerose fasi funzionali alla pianificazione e alla realizzazione delle estorsioni commesse anche con minacce armate a danno di alcuni imprenditori attivi nei settori più disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro).
In carcere sono finiti Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), ai domiciliari gli indagati Ottavio Sorbo, Gaetano Viciglione, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino. Un'ottava persona sottoposta ad indagini è invece deceduta nei mesi scorsi.
Estorsioni fino a 3 mila euro alle aziende
Le pretese estorsive, che giungevano fino alla somma di 3 mila euro, da corrispondersi in occasione delle festività natalizie e pasquali, sono culminate talvolta nel danneggiamento, a colpi d'arma da fuoco, delle sedi delle aziende taglieggiate per costringere i titolari a pagare. Nel corso delle indagini era già stata sequestrata una pistola semiautomatica calibro 9×21, con matricola abrasa, completa di caricatore con 16 cartucce, ed era stato arrestato in flagranza uno degli indagati, mentre per il complice era scattata la denuncia a piede libero.