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Perché Napoli è tappezzata di manifesti di Vincenzo De Luca contro il governo Meloni

“Il governo Meloni tradisce il Sud”: è la frase che compare su centinaia di manifesti posizionati in luoghi strategici di Napoli. È la campagna di comunicazione di De Luca contro l’autonomia differenziata e il blocco dei fondi Sviluppo.
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Chi ci ha lavorato insieme almeno una volta negli ultimi quindici anni, sa come Vincenzo De Luca prepara le sue campagne di comunicazione. Il format è quello dei «cicl.in.prop.» i ciclostilati in proprio, i volantini degli anni Settanta che l'ex comunista della Federazione di Salerno ben conosce. Non ci sono sofisticate elaborazioni grafiche, caratteri tipografici alla moda, disegni particolari. «Il carattere è il mio. Il colore è quello mio», chiariva agli inizi a creativi e staff; dopo dieci anni in Regione Campania non ha nemmeno più bisogno di dirlo. Il font è sempre lo stesso, uno della "famiglia" Sans,  colore bianco su sfondo blu notte (qualcuno lo chiama «blu di governo»).

Poi, il testo, partorito in solitudine su un foglietto e mandato ai sottoposti: così De Luca prepara ciò che vuole stampato. Titolo grosso, stile locandina di giornale, testo breve che sembra uscito dalla sua bocca nelle dirette social del venerdì. Ci sono possibili correzioni (chieste dallo staff con molta cautela, il personaggio è permaloso). Poi, l'atto finale: l'ufficio pensa a declinare il Verbo nelle varie modalità: carta, teloni, immagini digitali per i social, sfondi per convegni e comizi.

Il presidente della giunta regionale della Campania ha adottato questo modus operandi più volte. Prima delle campagne elettorali, nella fase della campagna vaccinale anti-Covid, quando c'era da annunciare grosse delibere (concorsi pubblici, edilizia, sanità, cultura). Stavolta, però, è tutto diverso. È la prima volta – forse la prima in assoluto – che sui manifesti di De Luca c'è il nome di un'altra persona. C'è quello di Giorgia Meloni, capo del governo di centrodestra e oggi oggetto delle attenzioni del politico salernitano per l'autonomia differenziata e per il blocco dei fondi Coesione e Sviluppo. Per i presidenti di Regione in Italia forse è un caso unico, da studiare: non si era mai visto un attacco del genere usando il veicolo della comunicazione istituzionale.

Napoli da fine febbraio 2024 è tappezzata di manifesti e 6×3 posizionati nei luoghi più strategici. Titolo: «Il governo Meloni tradisce il Sud». Nemmeno il più forte dei candidati al Parlamento o alla Regione avrebbe potuto far meglio. La campagna si estenderà a tutte le città principali della Campania, al momento è il posizionamento politico più forte di un politico italiano contro i progetti di autonomia differenziata e il taglio ai fondi sviluppo.

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La campagna si è concentrata soprattutto nelle zone ospedaliere ed è di forte impatto: «Il governo Meloni chiude i Pronto-Soccorsi» (sarebbe stato meglio declinarlo al plurale come Pronto Soccorso ma tant'è). Immaginate mentre l'utenza attende il proprio turno o notizie per un parente e sosta davanti al Policlinico o al Cardarelli, trovarsi davanti manifesti di questo tipo.  Nel centro storico di Napoli si fa leva su «bloccati i fondi per la cultura»; nelle aree preoccupate per le continue scosse di terremoto del bradisismo si legge «bloccati i fondi per le strade e i Campi Flegrei». In piazza Garibaldi e in piazza Municipio sono stati acquistati gli spazi più visibili di Napoli, quelli sulle sommità dei palazzi, stile lancio di serie tv Netflix.

De Luca è stato spesso accusato dall'opposizione politica di fare un uso non consono dei fondi per la comunicazione che vengono assegnati all'ufficio di Presidenza della Regione Campania. La linea tra comunicazione istituzionale di un ente e la mera propaganda politica è da sempre oggetto di discussione: dove finisce la prima e inizia l'altra? I manifesti di De Luca contro il governo Meloni sono pagati coi soldi pubblici, dunque è logico che vi siano polemiche e accuse davanti a slogan accusatori di quella che il governatore definisce «l'operazione verità» sul governo di centrodestra e sul suo progetto di autonomia differenziata.

Si stima al momento che siano stati spesi 150mila euro, attinti al fondo comunicazione della presidenza; il centrodestra in Consiglio regionale ha annunciato accesso agli atti, interrogazioni in Aula ed esposti alla Corte dei Conti. Davanti ai magistrati contabili De Luca deve già rispondere della storia della card vaccinali distribuite durante la pandemia di Covid.

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